LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT - Luca Marinelli, "Lo Zingaro"
Lo zingaro e Cesare due personaggi della periferia romana, due malavitosi molto diversi fra loro. Come hai creato questi due personaggi così ben riusciti?
"Mi sono lasciato emozionare dalle storie e dai personaggi e poi ogni film è stata un esperienza a sé e questo ha molto condizionato il mio modo di lavorare. La prima un'esperienza estremamente forte sotto la guida di un maestro e la seconda, Lo Chiamavano Jeeg robot", un'avventura coraggiosa guidato da un regista giovane e di grande talento".
Il cattivo del film di Mainetti, lo Zingaro, ha delle fissazioni e delle manie che ne fanno un personaggio originale, come è andato il percorso di scelta, tra la sceneggiatura, te e il regista?
"Abbiamo lavorato sempre assieme con Gabriele per creare il personaggio.
La sceneggiatura era gia molto ricca di dettagli e colori per poter immaginare quale quadro dipingere pensando allo zingaro. Ci siamo e mi son sentito molto libero nel poter usare i colori che mi avrebbero fatto divertire e cosi è andata. Gabriele si è fidato di me, della mia voglia di giocare con il ruolo, ed io mi sono affidato a lui e alla sua voglia di raccontare una storia".
Nel film sei un fan delle cantanti pop degli anni 80, Oxa, Berté e altre, cosa senti che abbiano dato al personaggio?
"È stato molto interessante fare un viaggio negli anni 80 e scoprire che donne fantastiche e piene di carica esplosiva, hanno popolato quel periodo. Sicuramente la carica, il rompere lo schermo e gli schemi".
Come ti sei trovato a lavorare con Claudio Santamaria ma soprattutto con il gruppo di interpreti che forma la tua banda?
"È stato un bellissimo incontro quello con Claudio, ci siamo più frequentati dietro alle quinte che sulle scene, perché assieme, di girato, avevamo poco. È un attore molto bravo e coraggioso, cosa non comune, ed è una persona con un anima molto bella, onesto e gentile.
La banda è quella con cui ho trascorso piu tempo sul set e devo dire che sono stati un gruppo davvero forte, molto decisi e convinti di quello che insieme facevamo. Avevo un bel gruppo di attori con me".
Finalmente si torna a raccontare una realtà popolare anche se ci sono di mezzo i supereroi, credi che "Lo Chiamavano Jeeg Robot" possa essere un punto di svolta per il cinema italiano?
"Credo che film come questo, dove il coraggio trasuda, siano importanti per il cinema in generale, dove non c'è la comodità dello sketch e del considerare bassamente il pubblico per paura di non incassare. Film onesti fanno sempre bene. E soprattutto fatti bene, fanno ancora meglio".
In cosa stai lavorando adesso?
"A meta aprile comincerò un nuovo film in Italia. Ma di piu per ora non credo si possa dire".
24/02/2016, 09:21
Stefano Amadio