"Letters from an Imaginary Man" al Kino di Roma
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Letters from an Imaginary Man" è un progetto multimediale e un documentario della video artista campana
Matilde De Feo che parla d’amore. Di lettere d’amore.
Il film sarà finalmente proiettato in anteprima a Roma al Cinema KINO, in via Perugia, 34, sabato 19 marzo 2014 alle 20.30 e alle 22.30, dopo il successo ottenuto al FilmMakerFest di Milano e la proiezione nell’ambito della VII edizione di Astra Doc, rassegna di cinema del reale di Napoli.
Ironico, romantico, intimo e immaginifico, trasversale al tema dell’amore, il lavoro di 40' oscilla tra il cinema e la video arte, attraversando la video performance. Il film di Matilde de Feo non poteva trovare location migliore a Roma che nel cinema rivoluzionario KINO, a metà tra festival permanente, comunità di esperti del settore e spazio conviviale. Sarà la stessa regista insieme al team di #letterfrom a raccontare la genesi del progetto e a rispondere alle domande del pubblico. Il biglietto costa 5 euro.
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Letters from an Imaginary Man" documenta l’operazione di raccolta e ricerca di Matilde De Feo, partita nel 2012 in seguito ad un episodio personale, di soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia. De Feo riprende da sola, con una Canon 5D e l’urgenza di registrare l’incontro con le persone.
Il documentario che scaturisce da 20 ore di girato è, prodotto da Mald’è e Giuseppe Beneduce in collaborazione con Marechiaro Film, con la regia e la fotografia di Matilde De Feo, il montaggio di Alessandra Carchedi, il colore di Simona Infante, le musiche curate da Marco Messina e la musica originale di David Rossato.
C’è Mandarino che le lettere d’amore le scrive per lavoro nel suo furgone colorato su una strada provinciale del casertano, c’è una lettera nascosta in una bambola e trovata dal marito dopo la morte della moglie, c’è una storia d’amore conclusa eppure ancora viva nella fisicità di giochi di carta inviati per posta; c’è la corrispondenza che testimonia la prigionia politica di un’attrice cinese che alla fine degli anni ’70 e i primi anni ‘80 amava un intellettuale italiano (parlò di questa storia Tiziano Terzani); c’è una giovanissima donna che associa la depressione del suo compagno al terremoto dell’Aquila. Tra le storie, tutte vere, adoperate in modo artistico, c’è anche la conflittuale relazione giovanile dei genitori della De Feo, che agli occhi della stessa autrice diventa altra da sé, universale, a dimostrazione che realtà e immaginazione si confondono.
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E’ tutto un gioco: mescolare la finzione con la realtà, la letteratura con la vita, sottolineando la natura illusoria dell’amore, l’impossibilità di amare senza immaginare. Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia”, dice
Matilde De Feo.
11/03/2016, 14:54