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Chi finanzierà il cinema indipendente?


Chi finanzierà il cinema indipendente?
E’ questa la domanda che lo scorso 7 giugno presso la sede nazionale dell’AGIS - Associazione Generale Italiana Spettacolo - si sono posti un numeroso gruppo tra produttori, distributori, autori ed esercenti, in un confronto che ha lasciato spazio al massimo scambio di opinioni e condivisione di tutti, durante un’Assemblea interassociativa al di sopra di qualsiasi sigla sindacale o appartenenza a gruppi di categoria.

Le preoccupazioni nascono dall’orientamento, già annunciato nell’ultima Legge di Sistema e poi confermata negli emanandi decreti attuativi, nonché nel testo del DDL 2287 sul cinema e audiovisivo in discussione in VII Commissione Senato, che vedrebbe una riduzione in termini percentuali del vantaggio fiscale, accordato alle aziende private che scelgono di investire in un film. Attualmente infatti, è possibile ottenere un credito di imposta pari al 40% del capitale investito per quelle Società con attività esterna al settore cinematografico, che finanziano il cinema di nazionalità italiana.
In questi anni di applicazione dello strumento, sono moltissime le opere cinematografiche, soprattutto piccole e indipendenti, che hanno trovato possibilità di realizzazione grazie alla fiducia di imprenditori e aziende private. Senza contare poi, che la liquidità generata da questi investimenti, diventa per un’azienda di modeste dimensioni una vera boccata di ossigeno tra le difficoltà di accesso al credito bancario e i fondi pubblici erogati con tempi spesso insostenibili per una micro impresa.

Oggi la proposta sul tavolo è di ridurre questa aliquota al 30% e di rendere perciò gli investimenti sui film difficili e indipendenti impraticabili per l’alto rischio di perdita del capitale.
La discussione si è conclusa con la firma di un documento indirizzato all’attenzione del Ministro Franceschini, con cui si chiede il mantenimento dell’aliquota al 40% per quelle tipologie di film meritevoli del sostegno pubblico a seguito della positiva valutazione da parte del MiBACT, come i film difficili, con risorse finanziarie modeste, film di interesse culturale nazionale, opere prime e seconde, film realizzati da giovani produttori, film di animazione, film indipendenti, film realizzati da giovani autori, film per ragazzi, film di ricerca, cortometraggi e documentari, così come già previsto dall’emendamento sui Fondi Selettivi del DDL 2287.

11/06/2016, 08:00