Buon compleanno Ermanno Olmi! Il 24 luglio sono 85


Buon compleanno Ermanno Olmi! Il 24 luglio sono 85
Domenica 24 luglio Ermanno Olmi compie 85 anni. Archivio Nazionale Cinema d’Impresa ed Edison lo festeggiano con una rassegna on-line dei suoi primi lavori da regista: 20 cortometraggi realizzati per Edison tra il 1953 e il 1961, veri e propri trattati di antropologia quotidiana i cui protagonisti sono l’uomo, la natura e il lavoro.

Nato a il 24 luglio 1931 a Treviglio, un paese della bassa bergamasca, Ermanno Olmi entra giovanissimo alla Edison, dove già avevano lavorato il padre (caduto sul lavoro durante un bombardamento) e la madre. Accanto al lavoro di “impiegato tecnico” – che lui stesso descriverà nel suo secondo film, Il posto, nel 1961 – Ermanno fonda il gruppo cinematografico aziendale, e inizia a documentare le costruzione delle grandi dighe alpine.
Dal 1953 al 1961 Olmi realizza una serie di documentari ponendo attenzione alla condizione umana oltre che alle strutture aziendali ed elaborando una vera e propria moderna estetica dell’industria.

Olmi introduce un profondo cambiamento formale nel documentarismo industriale, evitando accuratamente gli slanci retorici e scegliendo come protagonisti i lavoratori, messi al centro di una vicenda corale.
In questi film il lavoro si racconta cercandone il riflesso nelle mani e nei volti della gente, facendo sentire il rumore di un filo che si tende, il ritmo degli scarponi cadenzati nella neve, il filare armonioso degli sci, mostrando il primo piano di una smorfia di fatica. Olmi mostra una profonda continuità tra i mestieri tradizionali e l’irruzione del progresso nella natura. Le facce dei contadini intenti ai loro mestieri tradizionali e quelle degli operai che tirano su dighe e tralicci, sono le stesse. Non è ancora avvenuta nessuna “mutazione antropologica”, per usare un termine caro a Pasolini che per Olmi scrive il testo di Manon Finestra 2, girato nella centrale idroelettrica di Cinego ai piedi dell’Adamello, dove gli uomini sono “soli, in questa specie di esilio, così vicino al cielo, e dal cielo così lontano, nelle viscere della montagna”.

Per Olmi il lavoro non significa soltanto rapporti gerarchici e conflitti sindacali, ma è anche progresso, promozione sociale, soddisfazione per quel che si realizza con le mani e con la testa e strutture industriali di una bellezza a tratti “non umana”. Olmi filma i tralicci dell’alta tensione come un reticolo di merletti e di forme geometriche di sorprendente perfezione formale che impreziosiscono il cielo, mentre gli operai vi si arrampicano per riparare le linee con i movimenti di una coreografia.
Nel lavoro, l’uomo realizza la propria vita. Come in Michelino 1B, uno dei film narrativamente più strutturati, che segue il piccolo Michelino nel primo anno della scuola professionale Edison, dove si formano “gli operai specializzati di domani”. Mentre, all’altro capo della vita, Il pensionato dimostra come dall’etica del lavoro non si può andare in pensione, e l’esperienza accumulata si vivifica nella trasmissione delle conoscenze tra generazioni differenti.

Gli Anni Edison sono per Olmi anche un periodo di apprendistato, dove impratichirsi dei rudimenti della tecnica, delle macchine da ripresa, del montaggio, della messa in scena. E proprio per “provare una nuova macchina che la Edison ci aveva comprato, l'Eclair 300, bellissima, la stessa del Tempo si è fermato, ho cercato un testo che fosse ‘all’altezza’: Il dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere. In Leopardi inoltre mi interessava l’intreccio di varie nozioni di tempo: quello del calendario, il tempo del pensiero, delle aspirazioni del futuro”. Nata quasi come una sorta di esercitazione tecnica, la trasposizione cinematografica di una tra le più note Operette morali risulta una dimostrazione perfetta del cinema di Olmi come sceneggiatura della realtà. Il dialogo, ambientato a Milano nella vigilia di Natale, è preceduto da un “prologo” dove Olmi segue il “passeggere” dalle brume milanesi fin dentro la Galleria del Duomo illuminata a giorno dall’ottimismo delle festività. Il serrato ragionare del venditore di almanacchi viene incorniciato da Olmi in una sorta di dimostrazione che ha la forza al tempo stesso naturalistica e simbolica dell’immagine cinematografica. Quella che ritroviamo intatta, dai film industriali fino a Cento chiodi. La stessa “immediatezza di sguardo” che porta Olmi, ad esempio, a filmare sempre nello stesso modo la neve dal film che lo rende famoso a Venezia nel 1959, Il tempo si è fermato, a Torneranno i prati, il recente capolavoro sulla Grande guerra girato nel 2014.
Sul canale YouTube cinemaimpresatv, Edison e l’Archivio nazionale cinema d’impresa propongono a partire dal 24 luglio una retrospettiva completa dei documentari aziendali di Ermanno Olmi:

PROGRAMMA
Sabbioni, una diga a quota 2500 (1953, B/N, 10’)
Piccoli calabresi sul Lago Maggiore…Nuovi ospiti nella colonia di Suna (1953, B/N, 10’)
Alpe Devero Raduno Sciistico Sociale. 3° Trofeo Caduti della Soc. Edison (1954, col, 20’)
Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere (1954, B/N, 10’ 12”)
La pattuglia del passo San Giacomo (1954, colore, 14’)
Buongiorno natura (1955, colore, 9’30”)
Cantiere d’inverno (1955, B/N, 10’)
La diga del ghiacciaio (1955, B/N, 10’)
La mia valle (1955, colore, 9’)
L’onda (1955, colore, 7’ 30”)
Il racconto della Stura (1955, colore, 9’)
Manon finestra 2 (1956, colore, 12’)
Michelino IB (1956, colore, 43’ 31”)
Costruzioni meccaniche Riva (1957, colore, 22’)
Giochi in colonia (1958, colore, 25’12”)
Il pensionato (1958, B/N, 9’ 36”)
Tre fili fino a Milano (1958, colore, 24’30”)
Il grande paese d’acciaio (1960, colore, 10’30”)
Le grand barrage (1961, colore, 16’)
Un metro lungo cinque (1961, colore, 23’38”)

19/07/2016, 10:41