Torna il Ci-Vita Festival dal 25 al 28 agosto
Sabina Guzzanti, Paolo Rossi, Matteo Garrone, Francesca Comencini, Pilar, Ugo Fangareggi: saranno alcuni degli ospiti di “
Ci-Vita Festival. La cultura della bellezza”, l’evento in programma dal 25 al 28 agosto a Civita di Bagnoregio. Si tratta di un progetto, curato dalla società Terra Cotta, che vede la collaborazione del Comune di Bagnoregio, dell’Università di Roma “La Sapienza" (Dipartimento di Storia dell'Arte e Spettacolo), dell’Università “La Tuscia, della Camera di Commercio di Viterbo, di Confartigianato Imprese Viterbo e dell’Ordine degli architetti di Viterbo.
Il coordinamento generale dell’evento è di
Angelo Proietti Palombi e Rosario Campanile, mentre la direzione artistica è affidata a
Desirée Sabatini. A condurre le degustazioni sarà il blogger ed enogastronomo col cappello Carlo Zucchetti. Terra Cotta ha riunito l’esperienza e la professionalità maturata dai suoi soci nel proprio percorso individuale, in quasi trent’anni di attività, nel campo della ristorazione e dell’enogastronomia. La comune passione è così coniugata in un progetto unitario: offrire i servizi di Terra Cotta in occasione e al fine di organizzare eventi enogastronomici d’eccellenza, legati a manifestazioni e kermesse che costituiscano l’espressione di un alto valore artistico e intellettuale.
L’accesso è libero nella zona del Belvedere, dalle 12 alle 24, dove sarà allestito un “ristorante Belvedere” dalle 12 alle 24. L’ingresso giornaliero al festival, nel borgo di Civita, è dalle 17 alle 24 al costo di 10 euro, comprensivi di bicchiere, taschina porta bicchiere e accesso gratuito a tutti gli eventi.
Il festival è diviso in cinque sezioni: spettacolo, food, mostre, “Cibo per la vita” e videomapping. L’obiettivo è quello di mettere al centro dell’interesse una sana concezione di alimentazione e qualità dei prodotti, sul quale convergere l'attenzione di ambiti differenti, dalle arti performative al cinema, dall'antropologia alla biomedicina, dalla filosofia ai nuovi media. Se Civita è contraddistinta dallo slogan “la città che muore”, “Ci-Vita” nasce per celebrare la bellezza della vita, per vivere pienamente la rinascita della musica, dello spettacolo e dell'arte del vivere, a partire dal bere e mangiare bene. Finalità del festival, infatti, è offrire al visitatore un'esperienza legata al concetto del nutrimento del corpo e dell'anima, attraverso un percorso che sappia valorizzare i prodotti del territorio e allo stesso tempo rinvigorire il confronto culturale e artistico.
Nei quattro giorni del festival il paesaggio si modifica grazie ai tanti progetti artistici, culturali e performativi proposti e lo spazio pubblico si trasforma in un'arena di confronto e condivisione di esperienze legate al piacere dell'enogastronomia, dell'arte e dello spettacolo. Non mancherà un villaggio di degustazione di prodotti locali e nazionali di elevata qualità, aperto da pranzo fino a tarda sera, mentre vie e piazze del borgo saranno animate da parate e spettacoli di artisti e compagnie teatrali ed installazioni interattive con luci e suoni.
In particolare, è da sottolineare la serie di incontri ed eventi a tema enogastronomico che vanno appunto sotto il titolo di “
Cibo per la vita”, realizzati in collaborazione e con la partecipazione dell'Università della Tuscia. Non mancherà un villaggio di degustazione di prodotti locali e nazionali di elevata qualità, aperto da pranzo fino a tarda sera, mentre vie e piazze del suggestivo borgo della Tuscia circondato dai calanchi saranno animate da parate e spettacoli di artisti di strada e compagnie teatrali.
Un ruolo di rilievo è assegnato al cinema, interpretato nel suo rapporto con il food, con le mostre “L'Italia e la cucina negli Archivi Luce” a cura dell’Archivio Storico Fotocinematografico dell’Istituto Luce-Cinecittà’ sul tema dell’idea di cibo nella storia d’Italia del Novecento e che prevede la proiezione del documentario di Andrea Gropplero di Troppenburg,
Cinecittario, venti pillole dedicate ai piatti tipici della cucina italiana e “Civita e il cinema” a cura Archivio Storico del Cinema Italiano, attenta a ripercorrere, attraverso locandine, fotografie e documenti, la storia di Civita di Bagnoregio e la settima arte: un rapporto esploso negli anni Cinquanta fino ad arrivare ai nostri giorni, produttore di una filmografia che vanta al suo interno capolavori di fama internazionale come La strada di Federico Fellini e film cult quali
L'armata Brancaleone di Mario Monicelli con Vittorio Gassman e I due colonnelli di Steno con Totò, e ancora una gemma del cinema italiano come
Il prete (episodio di Contestazione generale, 1970), con Alberto Sordi.
23/08/2016, 08:00