VISTA MARE - In fuga verso una nuova vita
E' più dura trascorrere i propri giorni dietro alle sbarre di una cella con solo un muro bianco davanti agli occhi, o fuori, tra le strade di un mondo a cui non senti più di appartenere?
Stilitano è un detenuto finito dentro a causa di una condanna per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, che uscito per buona condotta si ritrova senza un soldo in una situazione di estrema crisi. Da ogni parte d'Italia i cittadini cercano di raggiungere la Puglia, regione militarizzata, per scappare illegalmente verso l'Albania, terra che sembra poter garantire un domani.
E' un futuro distopico non troppo distante quello immaginato da
Andrea Castoldi nel suo "
Vista Mare", che ribalta quanto storicamente accaduto nei primi anni '90, con le ondate di immigrati che dal porto di Durazzo sbarcavano a Brindisi, e si mischia alle tragedie delle morti in mare dei giorni nostri.
La scelta narrativa di una vicinanza temporale, se da un lato permette di giocare su temi contemporanei come la crisi e l'immigrazione, dall'altro tende a rendere complicata la contestualizzazione politica e sociale, affidata, forse un pò troppo semplicisticamente, ad espedienti come una trasmissione radiofonica o incontri fortuiti con amici di vecchia data.
Lo Stilitano immaginato da Castoldi, e interpretato con equilibrio da un bravo
Arturo Di Tullio, è dunque il protagonista del "romanzo di formazione" di un uomo di mezza età che una serie di scelte, giuste o sbagliate, legali o non, porteranno a far rinascere una seconda volta, proprio quando la vita sembrava essere finita per sempre.
04/02/2017, 13:29
Antonio Capellupo