FUORI C'È UN MONDO - Problemi di tutti, problemi di nessuno
“Fuori c'è un mondo”, diretto da Giovanni Galletta, è un film che si pone come obiettivo quello di raccontare l'uomo nella sua continua ricerca della felicità e della spiritualità.
Il protagonista sarebbe Gabriele, un giovane scrittore, affetto apparentemente da una grave forma di depressione, che ha perso lo stimolo di scrivere. I primi dieci minuti veniamo silenziosamente catapultati nel suo mondo, fatto di routine e malinconia. A mano a mano si aggiungono personaggi, il film diventa corale e ognuno ha il suo dramma da affrontare: c'è un uomo senza fissa dimora che ha bisogno di cambiare vita, una ragazza in lotta con una madre che non ha mai conosciuto e un prete in bilico fra la Chiesa, la fede e l'amore per un donna. Le loro vite si toccano e si intrecciano, i personaggi crescono e cambiano, così come le loro vite, procedendo verso un futuro che in parte e nelle loro mani, in parte è frutto del destino.
Un film con l'ambizione di raccontare troppo senza avere una sceneggiatura che lo supporti adeguatamente. I personaggi non coinvolgono, nonostante provino a raccontare i dissidi interiori di tutti. Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è stato triste, si è sentito abbandonato o si è posto domande sulla vita, la religione e il destino, eppure non si crea empatia. Non si vive il dramma con loro.
Non aiuta sicuramente un comparto tecnico carente (probabilmente anche a causa di un budget limitato) che, dalla fotografia all'audio, sbaglia e distrae. Gli attori ce la mettono tutta ma, forse a causa di dialoghi irreali o di una direzione artistica poco attenta, non convincono. Così come la musica che, monotona e piatta, non aiuta a creare momenti di enfasi emotiva.
Elisa Pulcini12/09/2017, 23:26