TFF35 - I documentari in concorso in Italiana.doc
Sono nove i documentari in concorso nella sezione
Italiana.doc della trentacinquesima edizione del
Torino Film Festival, in programma dal
Queste le opere selezionate:
‘77 NO COMMERCIAL USE di Luis Fulvio (Italia, 2017, DCP, 126’)
“
È il ’77, finalmente il cielo (rosso) è caduto sulla terra. (A) Soffiare sul fuoco, attraverso la zizzania, la gioia (armata), rivolta (di classe) e cospirazione, senza tregua, è uno strano movimento di strani studenti, congiura dei pazzi senza famiglia, senza galere. La prateria è in fiamme, la rivoluzione è finita abbiamo vinto.” Luis Fulvio
AL DI LÀ DELL’UNO di Anna Marziano (Francia/Italia/Germania, 2017, DCP, 53’)
Girato in 16mm e Super8, Al di là dell’uno è un saggio poetico sull’amore, in continuo movimento. I frammenti di incontri e di interviste che la regista ha filmato in Francia, India, Italia, Germania e Belgio si susseguono e, insieme, creano un’ampia mappa delle relazioni e dei diversi tentativi e modi di amare. «Because each person has a form of love», come dice Sumathy, una delle protagoniste.
APPENNINO di Emiliano Dante (Italia, 2017, DCP, 66’)
Un diario cinematografico che inizia dalla lenta ricostruzione de L’Aquila, la città del regista, e prosegue con il terremoto di Amatrice e Arquata del Tronto e la vita in albergo dopo i terremoti di Norcia e di Montereale-Campotosto. Un racconto intimo e ironico, lirico e geometrico, dove la questione di vivere in un’area sismica diviene lo strumento per riflettere sul senso stesso del fare cinema.
ARCHIPELAGO di Camilla Insom e Giulio Squillacciotti (Iran/Italia, 2017, DCP, 63’)
Nel Sud dell’Iran, su un gruppo di isole del Golfo Persico, uomini e spiriti convivono da secoli. Cultura e tradizioni di questi luoghi sono il risultato dell’incontro tra l’Africa, i paesi Arabi e l’Iran. Entità spiritiche chiamate “Bad”, “Vento” in persiano, si spostano attraverso l’aria e prendono possesso dei corpi degli abitanti delle isole. Per quietarle è necessario il Rito musicale dello Zar.
DIORAMA di Demetrio Giacomelli (Italia, 2017, DCP, 86’)
Il rospo, la cicogna e la rondine. Diorama, come in un affresco, racconta l’incontro tra l’uomo e l’animale selvatico in città. Le voci degli uomini diventano quelle degli animali e i corpi di quest’ultimi quelli degli uomini. Non c’è metamorfosi né trasformazione. Sono sovraimpressioni, fantasmi, il tentativo utopico di delineare un’unica mente come matrice del vivente.
NELLA GOLENA DEI MORTI FELICI di Marco Morandi (Italia, 2017, DCP, 46’)
Tra gli anfratti e le golene del fiume Senio, nella bassa provincia romagnola, la piccola comunità di Cotignola si prepara a costruire una grande arena fatta di paglia per ospitare letture, spettacoli, concerti. Due banali incidenti, però, provocano due morti tra gli organizzatori. Le vittime s’incontreranno in una dimensione parallela, dove i confini con il mondo reale diverranno sempre più sottili.
RACCONTI DI CENERE E LAPILLI di Gabriele di Munzio (Francia/Italia, 2017, DCP, 66’)
Racconti che non raccontano Napoli, ma il teatro che la città in maniera naturale è capace di produrre, facendosi ispirare dalle favole del “Cunto de li Cunti” di G.B. Basile dove linguaggio sublime e lazzi volgari s’incontrano e si nutrono reciprocamente.
TALIEN di Elia Mouatamid (Italia, 2017, DCP, 84’)
Abdelouahab, Aldo, decide di tornare a casa, in Marocco, dopo quasi quarant’anni passati in Italia. Ad accompagnarlo è Ilyass, Elia, il figlio trentaquatrenne cresciuto in Lombardia. L’occasione per un padre e un figlio di incontrarsi, spiegarsi e capirsi. L’immigrazione fa da sfondo alle storie e ai ricordi dei due durante un viaggio che li porterà alla meta passando per la Francia e la Spagna.
VENTO DI SOAVE di Corrado Punzi (Italia, 2017, DCP, 77’)
Come si vive in una città del sud Italia, a pochi metri da una centrale a carbone e da un petrolchimico tra i più grandi d’Europa? Cos’è rimasto delle iniziali promesse di progresso? Due agricoltori, che lavorano sotto le centrali, e un sommozzatore ambientalista cercano di dimostrare i danni economici e sanitari subiti dalle industrie. Mentre l’addetto stampa della Centrale racconta una realtà opposta.
14/11/2017, 17:18
Simone Pinchiorri