IL PREMIO - In Viaggio con papà, per ritirare il Nobel
Un padre importante, un viaggio verso la Svezia in auto, tanti frammenti di una storia di famiglia che si ricompongono. Ad
Alessandro Gassmann però manca la colla per attaccare i pezzi del suo film e allora un viaggio, che abbiamo visto spesso come pretesto per ritrovarsi, finisce per rimanere una serie di episodi che si susseguono dall’Italia verso
Stoccolma.
Non può non tornare alla mente
Basilicata Coast to Coast, dove nello stesso contesto, un paio degli stessi attori e una donna con la telecamera sempre in mano (lì era
Giovanna Mezzogiorno, qui è
Anna Foglietta), si viaggiava incontrando situazioni e persone che andavano a far scoprire i personaggi e a far chiarezza nelle loro vite. Ma sono molti i film di viaggio per trovarsi, per parlare, per mostrare il proprio vero volto e per scoprire quello di chi dovrebbe esserti vicino ma che, per un motivo o per l’altro, non lo è stato.
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Il Premio" però trova il suo limite maggiore nella caratterizzazione dei personaggi, molto, troppo descritti e caricati, mostrati sempre in momenti salienti, sempre con in bocca la frase del secolo che non ti descrive per quello che sei ma per quanto sei preparato nelle risposte.
E poi le tappe del viaggio, sempre coronate da un evento eccezionale: in Austria un fermo dalla Polizia per esportazione di valuta (in realtà importazione che non è un reato), per finire con un improbabile match di lotta greco-romana; in Germania, a casa della grande attrice (
Erika Blanc), che non porta nulla al film tranne l’investimento, neanche troppo esilarante, di un gatto.
E poi via via luoghi, incontri, dialoghi e esperienze sempre eccezionali, sempre un’ottava sopra quella normalità che, proprio perché assente da una vita, ha creato personalità insoddisfatte e sempre al limite.
Questa carenza si semplicità, di normalità, porta gli interpreti ad esagerare;
Anna Foglietta nei panni di una blogger, non ha l’età per il personaggio e le sue solite smorfie non le fanno perdere quei quindici anni buoni che la renderebbero credibile con una go-pro sempre in mano, pronta a mettere tutto in rete.
Rocco Papaleo, nei panni del segretario tuttofare del grande scrittore, non è abbastanza umile: la battuta sempre pronta e il pensiero fine ti fanno chiedere come mai abbia scelto di
fare il valletto e non di
avere un valletto.
Gigi Proietti, malgrado stia andando a ritirare il Nobel per la letteratura, e sia saggio, grande artista e genio, ha una risposta per tutto, rasentando spesso l’insopportabilità, mentre
Alessandro Gassmann sembra avere il ruolo più indovinato e credibile, senza eccessi sia nei dialoghi sia nelle azioni.
04/12/2017, 17:47
Stefano Amadio