NAPOLI VELATA - Un film che racconta Napoli
Napoli è la vera e unica protagonista del lungometraggio di
Ferzan Özpetek gli altri interpreti pur bravi sono solo comprimari dell’intrigato giallo, corale nella composizione, ma con scompensi di sceneggiatura e alcuni personaggi di medio spessore che rendono la storiaingarbugliata e a tratti indecifrabile.
Una città esoterica e misteriosa che si intravede nelle strade, nei palazzi, negli sfarzosi appartamenti abitati da gente fuori dalla storia. Una città che si legge nei gesti e sui volti antichi dei passanti. La Napoli dei paradossi più stridenti, di “miseria e nobiltà”, la Napoli di Giuseppe Marotta, di Curzio Malaparte (La pelle), Norman Lewis (Naples ’44) di Guglielmo Peirce (Nostalgia di Napoli) e anche quella di Laura Ferrante. Questi sono gli attori di un grande teatro dell’apparire, ma non dell’essere, come tante cose che le appartengono e che ne fanno la sua attrazione, trasformatesi in Immagini filmate con perizia e talvolta con compiacimento estetico.
È Il fascino di Partenope, la città sirena che ha sedotto tanti suoi visitatori e in questo caso il sensibile regista italo-turco ricordandogli e facendogli rivivere nella sua anima l’amata Instanbul. Il suo è un film di rimembranze ben distillate e ben dosate che nell’essenza restano però velate e inafferrabili come Napoli, la città che si lascia scorgere, esplorare, ma non svelare.
Il thriller, di passione e di seduzione, che si vuole in parte mentale, è la storia del medico legale Adriana, interpretata con partecipazione da Giovanna Mezzogiorno, non sempre al meglio delle sue “performance” di attrice drammatica, è solo un pretesto per filmare Napoli, una città che non si concede, ma resta velata come la statua del “Cristo velato” della Cappella Sansevero, scrigno di tesori barocchi. In generale un buon film costituisce un tutto ben strutturato ed amalgamato, qua invece potremmo dividerlo in due parti ben distinte: le visioni di Napoli che hanno un’eccellenza visiva anche se peccano un tantino di compiacimento e di estetismo, ma che mostrano il rapporto d’amore per questa città da parte del regista e la storia di amore e morte tra una donna Adriana (Giovanna Mezzogiorno) e un uomo Andrea (Alessandro Borghi) che si conoscono e si amano focosamente solo per una notte. Amore tragico in quanto Andrea è assassinato misteriosamente prima di quello che doveva essere il loro secondo incontro. A partire da questo momento si fanno avanti tutti gli altri personaggi ognuno con la propria storia a trama ingarbugliata e si manifestano anche dei fantasmi pochi credibili e ingombranti per la linearità narrativa. Questo fa sì che il film perde di liricità e affatica lo spettatore.
Eccellenti nei loro ruoli di caratteristi
Peppe Barra, esponente di un’altra Napoli e
Anna Bonaiuto, bravi ma non completamente convincenti
Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi, mentre
Lina Sastri e Isabella Ferrari interpretano ruoli un tantino macchiettistici che si addicono poco alle loro personalità artistiche.
04/02/2018, 09:06
Augusto Orsi