TERRA BRUCIATA! - Al cinema in occasione del 25 aprile
Arriva nelle sale italiane in occasione del 25 aprile Festa della Liberazione, e nel 75mo dell’armistizio dell’8 settembre ‘43,
Terra bruciata!, il film documentario di
Luca Gianfrancesco che propone una pagina inedita del racconto resistenziale e dell’invasione nazista nel Paese, una pagina pochissimo frequentata dalla storiografia e dall’attenzione politica: il dramma delle violenze naziste perpetrate all’indomani dell’8 settembre nelle Terre di Lavoro, nella Campania centro-settentrionale, e degli episodi di resistenza e ribellione all’esercito tedesco da parte delle popolazioni locali. Ovvero dei primissimi episodi – nell’autunno 1943 - in tutta Italia di risposta all’escalation di violenza nazi-fascista seguita all’armistizio, alla fuga del re e alla disfatta dell’esercito. Un racconto che allarga significativamente il racconto resistenziale anche al Mezzogiorno d’Italia, spesso sottratto alla considerazione generale della nostra Liberazione, e arricchisce preziosamente la storia dell’occupazione nazi-fascista in italia con una geografia nuova, nuovi episodi e nuovi elementi di analisi. In Terra bruciata! La ribellione alla macchina di morte nazista diventa un fattore unitario del nostro Paese, più di quanto siamo stati abituati a ritenere.
Prodotto da Mediacontents production, il film è
distribuito da Istituto Luce Cinecittà, che fornisce anche materiali dal suo grande archivio storico, e che porterà il film nelle città italiane a partire da Roma, il 19 aprile, in un lungo tour di proiezioni evento e teniture – anche con il supporto dell’ANPI e di Emergency - che nella settimana della Liberazione toccherà naturalmente Napoli, Caserta, la Campania, per poi arrivare a Milano, Torino, Bologna, Firenze e diversi altri centri.
A testimoniare che questo racconto del territorio è rivolto al pubblico e alla memoria di tutto il Paese.
Terra bruciata! conta sul contributo storico di Itabc CNR e del contributo di una numerosa rete di comuni campani; fondamentale la consulenza storica di Giuseppe Angelone, un lavoro di tre anni sistematico sulle dinamiche della violenza nazista nel casertano – quello che nel sottotitolo viene a ragione definito ‘il laboratorio italiano della ferocia nazista’ – e sulla conta delle vittime, oltre che il commovente lavoro di raccolta delle testimonianze, donne e uomini anziani che da anni non aspettavano altro che poter raccontare ciò che hanno visto e vissuto. Con Angelone si segnala la consulenza scientifica di Giovanni Cerchia, Felicio Corvese e Isabella Insolvibile, che intervistati contribuiscono ad analizzare a diversi livelli questa pagina, significativa oltre le formule retoriche.
Il film si presenta con immagini di repertorio e d’epoca suggestive e preziose, che descrivono il dramma dell’avanzamento del fronte, la devastazione di tutto un territorio, lo stato fisico ed emotivo della popolazione. Un elemento di risalto è senz’altro l’intreccio di queste immagini con sequenze di ricostruzione in chiave fiction – un contrappunto emozionale del documento storico – affidate a interpreti familiari al pubblico tv e di cinema, come Lucianna De Falco, Antonio Pennarella, Paola Lavini, Mino Sferra. Più commosse di tutto, le testimonianze di chi c’era, a cominciare da quella di Graziella di Gasparro, la bambina del racconto fiction, personaggio chiave del film, oggi una donna che ha lottato per decenni perché la strage di Conca della Campania del 1 Novembre ’43 potesse essere narrata e riconosciuta come gli altri eccidi avvenuti nel nostro paese. Oppure la testimonianza di Ziva Modiano, memore della solidarietà del piccolo centro di Tora, dove l’eroico silenzio della cittadinanza coprì la presenza di 53 concittadini ebrei.
Immagini di memoria, racconto originale, interviste a esperti e testimonianze dei protagonisti, per narrare come l’autunno nella Campania del ’43 fu la prima apparizione della violenza sistematica dei nazisti in Italia, un laboratorio dove si esperirono dinamiche che sarebbero esplose a Nord; e fu il tempo e il luogo dove episodi come la solidarietà per gli ebrei di Tora, la rivolta di Riardo, e le Quattro Giornate di Napoli, rappresentarono un esempio, una scintilla di rivolta e difesa dall’occupante. I segnali, anche nel meridione, di quella risalita che avrebbe portato alla nascita dell’Italia democratica. Una memoria necessaria quindi, che arricchisce una storia cardine della nostra identità, e si estende anche a quel Sud troppe volte non compreso nelle dinamiche unitarie del nostro Paese.
16/04/2018, 10:35