IL CODICE DEL BABBUINO - La Calda notte sulla Tiburtina
Sulla strada, tra
Guidonia e Tivoli, in una notte di violenza e vendetta.
Davide Alfonsi e Denis Malagnino, insieme al gruppo con cui lavorano da più un decennio, raccontano i rapporti umani di una periferia che si perde tra debiti, malavita e un’umanità che sembra arrendersi a una vita che non è sicuramente come se l’aspettava.
Una vecchia
Citroën Saxo, alla guida Denis che porta in giro l’amico Tiberio e il boss locale, il Tibetano, alla ricerca di qualcuno che ha violentato una ragazza lasciandola in fin di vita. Tra strade di campagna invase dall’erba e lunghi tratti di statale trasformata nella notte da industriale in una Las Vegas tiburtina, emergono i veri caratteri dei tre personaggi con la ricerca di vendetta che fa da motore alla storia ma anche allo scontro tra i personaggi.
Realizzato con il solito budget ridotto, il film riesce a mantenere un buon livello di tensione, realizzato con padronanza sia nelle riprese sia nella sceneggiatura. Qualche ritocco al montaggio e al missaggio del suono sarebbe in grado di amalgamare il prodotto dandogli scorrevolezza e ritmo.
Come per gli altri film realizzati dal gruppo, prima
Amanda Flor ora Donkey’s Movie, il sapore di una periferia rassegnata e abbandonata alla malavita si sente forte sia nei dialoghi sia nelle situazioni.
Alfonsi e Malagnino riescono a farci credere nei personaggi che sembrano arrivare da un mondo che siamo abituati a vedere solo di passaggio, dal finestrino dell’auto in corsa.
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Il Codice del Babbuino" è un film che, se non altro, prova a far variare abitudini allo spettatore, specchio di un’umanità che spesso, nel nostro cinema, viene raccontata da chi non la conosce affatto e non possiede né l’umiltà di apprendere né il talento di saper cogliere e rimettere in scena. Il gruppo di Guidonia invece conferma di parlare di ciò che maneggia con abilità, conoscendo il modo per raccontare con il giusto equilibro tra cronaca e autorialità.
08/05/2018, 16:09
Stefano Amadio