Note di regia di "E' Pèn dé Mond - Il Pane del Mondo"
Ho scelto la Romagna, perché mi è sempre sembrata il cuore dell’Italia e perché la conosco bene.
Ho girato per circa tre anni, uscendo in stagioni e luoghi diversi, raccogliendo talmente tanto materiale che poi il montaggio è stato lungo e arduo e molte situazioni e persone meravigliosi non sono entrate nel film.
Ho sempre voluto fare un film mosaico a partire da Ravenna e da Galla Placidia per finire a Raffaella Carrà.
Una Romagna un po' al femminile con figure forti come anche mia nonna e mia madre, un matriarcato romagnolo.
Due ragazzi sono stati con me operatori alla camera, uno afgano Ali Hasani, venuto anni prima a piedi in Italia ed uno russo, figlio di un famoso ballerino russo alla Scala.
Due montatori Simone Pallicca e Evi Denittis, assieme al collega documentarista Tommaso d’Elia, che ha diretto l’edizione, mi hanno aiutato a rinunciare a tante situazioni che non volevo abbandonare, per ridurre e per comporre questo a “film mosaico”.
Tutti i Romagnoli coinvolti mi hanno sostenuto con entusiasmo ed affetto a loro tutta la mia gratitudine.
Gaia Ceriana Franchetti