Note di regia de "Il Mangiatore di Pietre"
Sono state le forti sensazioni suscitate in me dalla lettura del romanzo di Davide Longo a convincermi di voler realizzare Il mangiatore di pietre. Nella storia del “mangiatore” si rivelano i lati opachi delle cose, la duplicità dell’agire umano che mi affascina e spaventa, e che da tempo volevo “cinematograficamente” raccontare, arrischiandomi in un territorio affascinante e pericoloso, quello tra romanzo di formazione e film di genere. Il confine, territorio di mezzo, indeterminato e ambiguo: linea reale, convenzionale o culturale, che separa, sempre, ciò che è altro da sé è il luogo simbolico per eccellenza di questo film.
Nicola Bellucci