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LA PRIMA PIETRA - Tra religione, razza
e civilta' nella scuola italiana


Una commedia diretta da Rolando Ravello che mette intorno a un tavolo, per risolvere la situazione, cristiani, musulmani ed ebrei. Quando la soluzione sembra a portata di mano, i cannoni tornano a parlare. Con Corrado Guzzanti, Lucia Mascino, Kasia Smutniak, Valerio Aprea, Iaia Forte, Serra Yilmaz e Caterina Bertone In sala con Warner Bros. da giovedì 6 dicembre


LA PRIMA PIETRA - Tra religione, razza e civilta' nella scuola italiana
Corrado Guzzanti cerca di mediare in "La Prima Pietra"
Le religioni, le razze, tutti contro tutti dentro a una scuola italiana nel nuovo film di Rolando Ravello. Tratto da un’opera teatrale di Stefano Massini, autore anche del soggetto per il cinema, "La Prima Pietra" racconta l’incontro, ma più che altro lo scontro, tra chi cerca di mediare alle situazioni che si creano quotidianamente nelle nostre aule ormai costituite da bambini di ogni razza e religione.

La situazione comincia con il lancio di una pietra, la prima, da parte di un bambino musulmano con la conseguente andata in frantumi della vetrata colpita.
Il Preside (Corrado Guzzanti) che sotto natale è impegnatissimo nella preparazione della recita con tanto di bue e asinello, la maestra idealista e svampita (Lucia Mascino), il bidello (Valerio Aprea) e sua moglie (Iaia Forte) rimasti feriti dalla caduta del vetro. Di fronte a loro la madre e la nonna del bambino, Kasia Smutniak e Serra Yilmaz che partono subito cercando lo scontro e dichiarando la propria indisponibilità a pagare il danno.

Massini scrive una commedia molto realistica e il più lontana possibile dal buonismo, con le parti che cercano da un lato di arrivare pacificamente a una soluzione, dall’altro di arrivare presto a una rottura. Anche il film è politicamente scorretto e coglie il bersaglio proprio grazie a questo aspetto, strappando alcuni momenti divertenti e qualche risata specialmente con l’interpretazione di Corrado Guzzanti, disposto a qualsiasi compromesso pur di arrivare al suo spettacolo natalizio.

Il noi contro di voi non c’è, o meglio c’è ma non ha alcun senso perché mamma e nonna del bambino si mettono da subito in una situazione insopportabile, disegnate sui caratteri tipici di una certa religiosità che presuppone la propria ragione assoluta e indiscutibile.

Tanto che la frase cardine del film non è tanto legata a fattori razziali o religiosi ma all’atteggiamento saccente e intransigente; la dice il preside, con il tipico fare di Guzzanti, indirizzata vis a vis alla nonna Yilmaz dopo l’ennesima impuntatura: “Signora, ha rotto il cazzo!”.

03/12/2018, 17:25

Stefano Amadio