CAPRI - REVOLUTION - La Cultura e' il motore della vita
1914, l'Italia sta per entrare in guerra. Una comune di giovani nordeuropei ha trovato sull'isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell'arte. Ma l'isola ha una sua propria e forte identità, che si incarna in una ragazza: Lucia. Il film narra l'incontro tra Lucia, la comune guidata da Seybu e il giovane medico del paese.
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Capri - Revolution" è il risultato di un processo produttivo complesso, un’opera d’arte dialettica che instilla il dubbio, che porta a degli interrogativi profondi:
“L’arte è un grande processo collettivo che riguarda tutti" ha spiegato Mario Martone "anche quelli che pensano che la cultura non sia importante. Basterebbe soltanto chiedersi cosa sarebbero le nostre vite senza la musica, le canzoni, le immagini che guardiamo. Significa incontro, significa movimento, ogni volta che qualcuno legge un libro ed è preso da questo sta accadendo qualche cosa, c’è un movimento, è ciò che ci fa sentire vivi. Oggi siamo in un momento in cui questa energia è irrigidita, sono irrigiditi i confronti. ”
“Nel film c’è un rapporto costante tra il molto piccolo e il molto grande" ha continuato il regista "tra il molto intimo e la volta del cielo che è sopra l’isola di Capri. Il film nasce dal finale de
Il giovane favoloso, quando avevamo immaginato con Ippolita di Majo di chiudere con i versi de “La ginestra”, con Leopardi affacciato sul golfo di Napoli, con questo rapporto che c’è tra l’esperienza personale, il senso della catena umana di cui parla Leopardi e dall’altro lato il senso grande della storia. È misteriosa l’origine del film, con Ippolita volevamo raccontare una storia che avesse come protagonista una donna. A un certo punto abbiamo scoperto l’esistenza di questa comune a Capri nei primi del ‘900 che ha scatenato come un corto circuito: vicende umane, familiari e spirituali si incrociano con i grandi movimenti della storia”.
Le vicende umane sono quelle di Lucia, una giovane capraia interpretata da
Marianna Fontana, con un destino segnato che, però, presto scopre un mondo diverso da quello nel quale è cresciuta:
“Immaginare Lucia significa mettere in atto una storia di trasgressione" ha spiegato
Ippolita Di Majo "contro la sua storia, contro la sua famiglia patriarcale. Una donna che trasgredisce le regole della sua famiglia e che si innamora di un’utopia, della diversità, dell’ignoto. Si innamora di quest’utopia ma tradisce anche questa, prende dalla comune tutto quello che può prendere e lo fa proprio e cerca una strada che sia la sua, uscendo anche da un rapporto “pigmalionico” con il maestro della comune”.
“Mi ha affascinato la ribellione di Lucia, ha raccontato la giovane protagonista
Marianna Fontana, una ragazza di vent’anni che vive nei primi del ‘900 e si innamora di questa comune di artisti. Vuole la libertà a tutti i costi ma non quella fatta solo di nudo fisico. Denudando la sua anima si lascia andare, questa cosa mi ha colpita sin dall’inizio. Mi ha affascinato anche il viaggio che intraprende in quest’isola molto selvaggia che poi lascia, aprendo i suoi orizzonti”.
12/12/2018, 08:27
Caterina Sabato