SOTTODICIOTTO 20 - Anticipazioni dal programma
Sottodiciotto Film Festival & Campus, organizzato da Aiace Torino e da Città di Torino (Divisione Servizi educativi, Divisione Servizi culturali e ITER - Istituzione Torinese per un’Educazione Responsabile), giunge alla XX edizione, che si svolgerà
a Torino dal 15 al 22 marzo 2019. L’anniversario segna un traguardo importante per il Festival, diretto da Steve Della Casa, che, nelle ultime edizioni, è stato caratterizzato da progressivi ampliamenti strutturali e di contenuti. Realizzato con il contributo di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e con il patrocinio di UNICEF Italia, dedicato espressamente ai più giovani, ma rivolto, in una prospettiva di dialogo intergenerazionale, agli spettatori di ogni età, Sottodiciotto & Campus ormai da tre anni ingloba non solo le tradizionali fasce anagrafiche dell’istruzione primaria e secondaria, ma anche gli studenti universitari.
L’estensione del pubblico di riferimento si è accompagnata a una crescente attenzione per i cambiamenti della cultura giovanile e le ibridazioni che l’era digitale e la diffusione dei new media hanno indotto nelle modalità di produzione e fruizione del cinema, esplorato nelle sue ramificate connessioni e contaminazioni con altri linguaggi. Anche quest’anno, quindi, le proiezioni in sala si intersecheranno con iniziative volte a dare spazio ad altre forme espressive – dalla fotografia, al fumetto, alla musica –, modellando il cartellone del Festival sulla trasversalità che oggi contraddistingue la cultura delle nuove generazioni.
In parallelo, Sottodiciotto & Campus intende esplorare, nell’occasione del ventennale, uno dei tratti più dirompenti e discussi della generazione di cui è idealmente coetaneo, approfondendo il tema dell’autorappresentazione mediale nell’epoca dell’iperconnessione e della condivisione permanente. Condensata nel titolo “
Me, myself(ie) and I”, l’attenzione che l’edizione 2019 dedica alla “società dell’immagine” non si sofferma tanto sugli aspetti più eclatanti o discussi della nostra epoca – il desiderio di apparire, l’ostentazione narcisistica, l’egocentrismo o l’individualismo sfrenati – quanto piuttosto sulla peculiarità del ricorso ai media visivi come forme privilegiate, per non dire prevalenti, di comunicazione e interazione tra i più giovani. La mania dell’autoscatto abbinata all’uso intensivo dei social hanno reso il raccontarsi e il disvelarsi un’ossessione collettiva. Moltiplicate dalla propagazione delle tecnologie digitali e della rete, le pratiche di autorappresentazione mediale paiono avere conquistato una dimensione tale da poter essere considerate, per certi versi, la forma espressiva più diffusa del contemporaneo. Il fenomeno onnipervasivo e cruciale della narrazione di sé attraverso le immagini costituisce quindi un leit-motif dell’edizione 2019 del Festival destinato a coinvolgere specificamente o tangenzialmente diverse sezioni della manifestazione, dagli eventi collaterali al cartellone cinematografico, che, come tradizione, anche quest’anno si declina in anteprime, titoli inediti, film d’animazione per piccoli e grandi, rassegne retrospettive e programmi speciali.
Le proiezioni e gli eventi del Festival saranno anche quest’anno diffusi in più sedi e ospitati in una pluralità di sale cinematografiche (principalmente il Cinema Massimo) e di luoghi di spettacolo e cultura cittadini.
RETROSPETTIVA► Curata da Stefano Boni e Grazia Paganelli, la retrospettiva s’incardina specificamente sul tema portante della XX edizione del Festival partendo dalla premessa che, ben prima della selfie-mania, il cinema sapeva già riprendere sé stesso. Sperimentata fin dagli albori della settima arte e ripresa continuativamente nell’arco dei decenni (si pensi a L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov e a tutto il cinema di ricerca, da Maya Deren a Jonas Mekas), la pratica dell’autorappresentazione sul grande schermo ha costituito una tentazione costante non solo per le avanguardie, ma anche per molti autori, che hanno scelto in più occasioni di rivolgere verso di sé l’obiettivo. La retrospettiva intende rendere omaggio ad alcuni riconosciuti “maestri” del cinema internazionale che, anche in tempi recenti, si sono messi in campo in prima persona, cimentandosi nella pratica del racconto di sé, riuniti in una selezione di una decina di titoli, inediti in Italia o di circuitazione limitata. Realizzati per lo più nell’arco dell’ultimo ventennio e, quindi, coevi, o posteriori, alla generazione dei Millennials, i titoli proposti spaziano da film come
Les plages d’Agnès (2008), in cui l’ultraottantenne Agnès Varda, rievoca, spesso con ironia, i passaggi fondamentali della sua esistenza e della sua carriera di cineasta, a
This is not a Film (2011), il documentario clandestino con cui l’iraniano Jafar Panahi, nell’impossibilità di orientare la telecamera all’esterno, la dirige verso di sé per raccontare la propria condizione di regista interdetto dall’esercizio del mestiere dal regime di Teheran, fino al recentissimo
Le livre d’image (2018), Palma d’oro speciale all’ultimo Festival di Cannes, poema-saggio visivo a cui Jean-Luc Godard consegna la sua personale, ultimativa concezione del rapporto tra immagine e parola.
ANTEPRIME, INEDITI ► Anche quest’anno, come sempre, il Festival presenterà una selezione di anteprime italiane o cittadine e di titoli inediti che hanno bambini e ragazzi come protagonisti o come pubblico di riferimento. Eterogenea per generi, ambientazioni, provenienza dei lungometraggi in cartellone, la sezione, curata da Caterina Taricano, sarà aperta da
Diamantino. Firmato a quattro mani dal portoghese Gabriel Abrantes e dallo statunitense Daniel Schmidt, il film è stato presentato alla Settimana della critica dell’ultimo Festival di Cannes, dove il debutto nel lungometraggio dei due giovani registi – annoverati tra i nuovi enfants prodiges della scena internazionale – era particolarmente atteso e ha ottenuto il massimo riconoscimento previsto, il Grand Prix Nespresso, sancendo anche un ulteriore successo del TorinoFilmLab, che ha sostenuto il progetto di sviluppo della fortunata opera prima. Storia di una stella in caduta, il film prende il titolo dal nome del suo protagonista, giocatore di calcio della nazionale portoghese, campione di fama mondiale, inarrestabile asso del pallone venerato dalle folle e modellato sull’immagine pubblica di Cristiano Ronaldo. La fortuna gli arride senza sosta, finché il suo genio calcistico non si dissolve all’improvviso e, durante la finale di Coppa del mondo, sbaglia il rigore decisivo. Vissuto sempre in un mondo fatato, per Diamantino, fuoriclasse che fuori dal campo è solo un bambino cresciuto, ingenuo e sprovveduto fino al limite dell’inettitudine, comincia un rocambolesco bagno di realtà, in cui si troverà a fare i conti, oltre che con la morte improvvisa del padre, con sorelle perfide, migranti in gommone, agenti segreti che tentano di incastrarlo, ministri neofascisti che vogliono clonarlo. Commedia grottesca e surreale che si diverte a mettere alla berlina i fanatismi contemporanei – dal culto delle celebrità all’ascesa dell’antieuropeismo e dei populismi xenofobi – il film sarà accompagnato in sala da un incontro con il giornalista Gianpaolo Ormezzano e con lo scrittore Giuseppe Culicchia.
ANIMAZIONE ► Come tradizione del Festival, la sezione riservata all’animazione, curata da Eugenia Gaglianone e Andrea Pagliardi, contempla molteplici proiezioni adatte al pubblico più giovane e agli appassionati di ogni età, proponendo anteprime, film inediti, grandi classici amati e conosciuti dagli spettatori grandi che costituiscono scoperte avvincenti per i piccoli. Tra gli appuntamenti di rilievo in cartellone, spiccano gli omaggi a due dei massimi protagonisti della storia mondiale dell’animazione, diversissimi tra loro, ma accomunati dall’età: Braccio di ferro e Tintin, che quest’anno compiono entrambi 90 anni.
Apparso per la prima volta nella striscia a fumetti del suo inventore, Elzie Crisler Segar, il 17 gennaio 1929,
Popeye fa il suo ritorno sul grande schermo di Sottodiciotto & Campus con due programmi speciali. Il primo presenta una selezione cronologica degli episodi animati realizzati dai Fleischer Studios negli anni 1933-43, a partire dal cortometraggio d’esordio (Popeye the Sailor), in cui, oltre che con il collerico marinaio, si fa conoscenza con i comprimari della serie: il rozzo e gigantesco Bruto e la spigolosa e goffa Olivia, cui ben presto si aggiungerà anche il mangione Poldo. Con l’eterna pipa in bocca e la parlata bofonchiante e sgrammaticata, gli avambracci tatuati e i muscoli gonfiati dall’immancabile scatoletta di spinaci, l’eroe da sobborghi proletari che risolve ogni questione a scazzottate (ma a danno dei bulli e in difesa dei più deboli) sarà protagonista anche di un incontro abbinato alla proiezione. Interverranno il giornalista e fumettista Luca Boschi, che ha curato per “La Gazzetta dello Sport” un’edizione tra le più complete al mondo delle strisce dedicate al nerboruto marinaio, e il fumettista astigiano Sergio Ponchione, autore di una rivisitazione contemporanea di Braccio di ferro nel volume collettivo Revoilà Popeye, che durante l’incontro disegnerà dal vivo i personaggi di Segar. Il secondo appuntamento sarà invece interamente dedicato ai tre film a colori realizzati tra il 1936 e il ’39, Braccio di ferro incontra Sinbad, Braccio di ferro incontra Alì Babà e i quaranta ladroni, Braccio di ferro e la lampada di Aladino.
Nato appena qualche giorno prima del marinaio statunitense,
Tintin ha fatto il suo debutto sulla scena internazionale dei comics il 10 gennaio 1929. Il compleanno del giramondo dalla testa tonda e dal caratteristico ciuffo all’insù, protagonista delle strisce disegnate per più di mezzo secolo da Hergé e racchiuse in appena 24 album che ancora oggi vendono milioni di copie, è l’occasione per festeggiare anche un’altra ricorrenza. Tra le avventure del giovane reporter trasposte in serie animate, il programma speciale del Festival ha scelto, infatti, di proporre i quattro episodi tratti dai memorabili racconti Objectif Lune e On a marché sur la Lune, con cui il fumettista belga, nel 1954, faceva sbarcare il suo eroe sul nostro satellite anticipando di ben sedici anni l’impresa dell’Apollo 11: circostanza che Hergé non mancò poi di sottolineare con la celebre vignetta in cui il Tintin astronauta dà il benvenuto sulla Luna ad Armstrong. Il Festival, quindi, ricorda insieme il cinquantenario del vero allunaggio e la fortuna e la longevità straordinarie di un personaggio a 90 anni ancora sulla cresta dell’onda, ispiratore di molteplici trasposizioni radiofoniche, televisive e cinematografiche, per l’ultima delle quali, a firma di Spielberg (Le avventure di Tintin - Il segreto dell’Unicorno, 2011), è attualmente in produzione il sequel, con la regia di Peter Jackson.
IN RICORDO DI “PE” CALOPRESTI ► Sottodiciotto & Campus dedicherà al regista e produttore Beppe “Pe” Calopresti, morto nello scorso gennaio, un evento speciale (sabato 16 marzo, al Cinema Massimo) coordinato da Claudio Paletto e Caterina Taricano. Figura di riferimento della cultura torinese, anche in qualità di funzionario della Regione, Beppe Calopresti è stato tra i protagonisti della scena cinematografica indipendente cittadina fin dai primi anni Ottanta. Il Festival lo ricorda sia con le testimonianze di quanti lo conobbero e collaborarono con lui, sia con la proiezione di diverse sue opere, tra cui Bambini d’Italia, il cortometraggio realizzato con Silvano Antonelli e Claudio Paletto presentato proprio a Sottodiciotto nel 2004.
PROGRAMMA PER LE SCUOLE E CONCORSO ► Il cartellone aperto a tutto il pubblico sarà preceduto e poi affiancato dal tradizionale programma dedicato alle scuole di ogni ordine e grado – da quelle dell’Infanzia alle Secondarie di II grado – che si dipanerà dal 1° al 22 marzo 2019 e per il quale sono aperte le prenotazioni. Curata da Sara Girardo, l’ampia sezione abbina, come sempre, proiezioni differenziate per età e incontri con ospiti che discutono e approfondiscono con il giovanissimo pubblico i temi proposti dai film in cartellone. Completano il programma numerose attività didattiche e laboratoriali proposte con Sotto18 LAB, lo spazio di coinvolgimento attivo che, a partire dal linguaggio, dalle tecniche e dalle modalità espressive del mezzo cinematografico, propone approfondimenti ed esperienze sul campo diversificate per fasce d’età.
Nato vent’anni fa per dare visibilità ai risultati concreti, sempre più cospicui, seguiti all’introduzione e all’utilizzo diffuso del mezzo cinematografico in ambito didattico, il Festival ha sempre trovato il proprio fulcro nel Concorso nazionale dei prodotti audiovisivi realizzati dalle Scuole. Nell’edizione 2019, la sezione competitiva vedrà in gara 177 titoli, su circa 300 partecipanti al bando. In netto aumento rispetto allo scorso anno (nel 2018 erano stati 117 i cortometraggi selezionati su circa 200 iscritti), i finalisti gareggeranno, come sempre, nelle tre sezioni previste: Scuole dell’Infanzia e Primarie, Scuole Secondarie di I grado, Scuole Secondarie di II grado. All’aumento quantitativo dei titoli in concorso corrisponde, quest’anno, una notevole diversificazione dei temi affrontati: dal valore dell’amicizia, sempre più spesso coniugato con il tema dell’accoglienza dei piccoli compagni in arrivo da altri Paesi, al problema della sostenibilità ambientale, alla piaga del bullismo e, in particolare, del cyberbullismo, ai rischi impliciti nell’uso dei social network, fonte di crescente preoccupazione, al fenomeno delle migrazioni, esplorato anche sotto il profilo dell’integrazione e delle nuove marginalità. I cortometraggi in gara saranno proiettati nel corso del Festival (a partire dal 18 marzo), in attesa della giornata finale di premiazione (il 22 marzo).
07/02/2019, 18:02