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gLOCAL FILM FEST 18 - Intervista a Enrico Vanzina


Lo sceneggiatore ospite del festival torinese per un omaggio a lui e al fratello Carlo a partire dal libro loro dedicato da Rocco Moccagatta


gLOCAL FILM FEST 18 - Intervista a Enrico Vanzina
Enrico Vanzina
Tra gli ospiti principali del gLocal Film Festival edizione 2019 c'è sicuramente Enrico Vanzina: abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

Stupisce l'inserimento in un festival come il gLocal, dedicato al cinema piemontese, di un evento dedicato a due autori romanissimi come lei e suo fratello: può spiegarci da cosa nasce?

Mio padre era romano, ma è nato sul Lago Maggiore, ad Arona. Poi ho moltissimi ricordi legati a Torino e al Piemonte (dove è stato girato anche l'ultimo film da regista del fratello Carlo, "Caccia al tesoro").
E poi: conosco Torino benissimo, la adoro, lì è nato il cinema e vivono alcuni dei miei migliori amici, ho vogato sul Po tante volte, mi piace il Museo Egizio e la cucina piemontese, sono pazzo di quella città! E c'è un po' di Piemonte anche nel mio sangue...

Al centro dell'evento, il libro scritto su di voi (con voi) da Rocco Moccagatta. Lei si è speso in parole di grande elogio per il modo in cui l'autore si è posto nei vostri confronti.

Mi ha colpito molto la sua determinazione: io e Carlo avevamo molto lavoro in quel periodo e lui ci ha convinto a parlare per un totale di 40 ore!
Ci ha conquistati perché abbiamo capito che conosceva benissimo il cinema e ancor più conosceva bene i nostri film: sapevamo di parlare con qualcuno di attento, che aveva studiato la materia.
Poi sì, è stato interessante parlare di noi, ma fino a un certo punto: abbiamo avuto una vita lunga, fatto migliaia di interviste, non era quello cui puntavamo. Era interessante che il taglio che lui ha dato al libro ci ha permesso di parlare tanto del cinema italiano in generale.
E lui lo fatto molto bene secondo me.

Nella serata dedicatale dal festival si vedrà "Via Montenapoleone": qualche ricordo di quel film?

Una delle ragioni per cui lo abbiamo scelto è che l'incontro avviene l'8 marzo, ed è uno dei film più al femminile che abbiamo fatto.
Era nato come un progetto in cui volevamo puntare tutto sulle donne come protagoniste della storia, avevamo anche costruito un cast internazionale ma poi non se ne è fatto niente. Abbiamo quindi virato su un cast di giovani attrici, ma dedicandolo sempre alle donne.
È sì un manifesto di un certo modo di vivere, della Milano di quel momento, ma c'è anche tanta psicologia femminile.
Non ce lo chiedono mai, ma è uno dei film più rappresentativi della nostra carriera: inoltre non è una commedia come tante che abbiamo fatto con Carlo, è un vero melò.
Sono tanti anni che non lo rivedo: sono molto curioso di fermarmi in sala, lo ricordo formalmente molto curato e voglio scoprire che effetto fa dopo tanti anni.

Dopo tanti anni in cui molta critica non vi ha risparmiato le recensioni più negative, da qualche tempo le cose sembrano cambiate: che effetto le fa?

In realtà non è esattamente così, noi abbiamo avuto un rapporto molto altalenante con la critica, siamo stati tirati molto su in alcuni casi... Avendo avuto successo, a volte non siamo stati perdonati.
Sarei ipocrita a non dire che questo libro andava fatto: molti nostri film hanno lasciato un segno negli spettatori ed era giusto che venissero valorizzati.
Alcuni nostri film sono brutti, alcuni sono carini e alcuni sono addirittura belli: ma tutti (a parte forse un paio) sono stati fatti con molta cura e attenzione, mai per caso. Dietro c'è un pensiero, e che sia riconosciuto questo mi fa piacere.

Cosa piace a Enrico Vanzina al cinema?

Green book! Appena l'ho visto ho sperato che vincesse l'Oscar, trovo sia il film più bello dell'anno. È un capolavoro assoluto, mi ha entusiasmato!

Dopo l'ultimo "Natale a 5 stelle" su cosa sta lavorando? Libri, film, ...?

Non mi piace molto parlare delle cose da fare... Continuerò a lavorare: io e Carlo eravamo un duo che era uno in realtà, abbiamo sempre lavorato in forte sintonia.
Adesso per me è molto complicato rimettermi in moto senza di lui, provo a fare da solo quello che prima facevamo in due: farò ancora cinema popolare, attento alla realtà, buffo, senza dimenticare i generi in cui più volte abbiamo lavorato.
Nei limiti di quello che la mia forza fisica mi permetterà di fare, sto scrivendo un nuovo libro, il successo dell'ultimo che ho scritto mi ha dato molta fiducia. E forse farò una commedia musicale a teatro.
Se arriva l'occasione giusta, ma ci devo pensare, potrei anche fare il mio esordio alla regia: non ho mai voluto farlo, è stata una scelta precisa perché mi è sempre piaciuto di più scrivere. Un regista può rovinare un bel copione, ma mai potrà fare un bel film se il copione non funziona...
Ho sempre lavorato anche nel montaggio dei nostri film e nella produzione, ho sempre vissuto molto il set e quindi credo di poterlo fare. Senza presunzione, ma se capita la situazione giusta, accetto.

08/03/2019, 08:30

Carlo Griseri