MA COSA CI DICE IL CERVELLO -Tra commedia e action
Il nuovo film di
Riccardo Milani ricorda da vicino il
True lies di
James Camerun, con
Arnold Swarzenegger nei panni dell’imbranato impiegatuccio, sottovalutato in famiglia e al lavoro, che nasconde una seconda vita da agente segreto. Nella versione romana c’è
Paola Cortellesi a simulare un’esistenza da impiegata ministeriale ai limiti dello squallore proprio per poter nascondere la sua reale, indicibile attività.
Un nuovo ruolo doppio dunque per Cortellesi, dopo la maestra/Befana, arriva l’impiegata/agente segreto, nel quale di certo, forse per il rapporto più stretto e collaborativo con il regista, sembra più credibile, rincorrendo con meno frequenza il bisogno di ammiccare o di sottolineare e riuscendo così a rimanere dentro le righe come nel fortunato "
Come un gatto in tangenziale".
"
Ma Cosa ci Dice il Cervello" però non riesce ad essere né carne né pesce, tra action comico, con la doppia vita della protagonista, e commedia italiana con la riunione dei vecchi amici del liceo che si trasforma in una linea narrativa quasi romantica, con un matrimonio in vista, e moraleggiante sull’amicizia e sull’essere se stessi di fronte alle ingiustizie e alle prepotenze.
Le storie si intrecciano ma non riescono a moltiplicare l’effetto spettacolare. Le vendette della protagonista in versione agente, che vuole aiutare in segreto i suoi vecchi amici a rimettere in riga alcuni odiosi persecutori, sembrano troppo gentili e civili, ottime se si parla di umanità meno se le si racconta in un film.
Buoni anche gli attori secondari, il che dimostra che Milani è attento alla recitazione e alla cura dei personaggi, con
Vinicio Marchioni e Lucia Mascino che spiccano nella sezione “vecchi amici” e
Paola Minaccioni sempre geniale nei panni della coatta 2.0 tra tatuaggi imbarazzanti, sushi al posto dell’amatriciana e l’arroganza tuttologa di chi va sul “webbe”.
15/04/2019, 16:49
Stefano Amadio