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CANNES 72 - Enrico Cerasuolo: "La mia passione per Anna"


Il regista presenta a Cannes Classics l'anteprima mondiale de "La passione di Anna Magnani", co-produzione tra la Francia e la torinese Zenit


CANNES 72 - Enrico Cerasuolo:
Enrico Cerasuolo
Cannes Classics parla italiano quest'anno anche con un nuovo documentario in anteprima assoluta, "La passione di Anna Magnani" di Enrico Cerasuolo, omaggio sentito e affettuoso a una delle più grandi attrici italiane (la più grande?) di tutti i tempi. Abbiamo incontrato il regista sulla Croisette per saperne di più sul progetto.

Perché Anna Magnani? Cosa ti lega a lei?

È un'attrice che ho sempre amato, ma ammetto che il forte legame che sento con lei è nato quando ho girato un mio documentario precedente, Andante ma non troppo, dedicato alla storia dell'unità d'Italia, nel 2011. Era un lavoro delicato, riassumere 150 anni di storia in 2 ore circa: era complesso soprattutto trovare un centro emotivo, che ho poi identificato nella famosa scena di Roma città aperta che tutti conosciamo. Ad ogni proiezione del doc, ancora oggi, in quella scena mi vengono i brividi. Era irrinunciabile per quel progetto, la mia passione per Anna si è consolidata in quel momento.

Perché hai deciso di raccontarla?

Una cosa affascinante del fare film su persone geniali, per me, è provare a capire da dove arriva questo genio. Lei era indiscutibilmente un'attrice geniale, chi dice per istinto naturale, chi per bravura: io credo che fossero le due cose insieme. Sicuramente la sua storia familiare l'ha segnata (non ha mai conosciuto il padre e la madre non l'ha più seguita quando era ancora piccola), facendola crescere e responsabilizzandola prima del tempo. Ha sviluppato così una capacità di stare al mondo unica, e sicuramente anche la ricerca dell'amore familiare mancato l'ha spinta verso un lavoro che le poteva portare l'affetto del pubblico...
Non dimentichiamo che quando arrivò il grande successo, con il film di Rossellini citato, lei aveva già 37 anni e circa 20 di carriera sui palchi! Dopo un solo anno di accademia con Paolo Stoppa lei iniziò già a recitare in giro, si accorsero subito di quanto fosse unica.
Si nota, specie nei film minori che ha fatto, la sua incredibile capacità di dominare la scena e gli altri attori. Aveva una capacità incredibile di giocare col pubblico, sapeva essere comica e drammatica, era incredibilmente capace.

La produzione del documentario è stata lunga.

Vero. Già io non sono rapidissimo a concludere i miei progetti, specie quando ci tengo molto come in questo caso... Poi a complicare le cose ci si sono messi i tempi tecnici del lavoro sugli archivi: bisogna vedere cosa c'è, scegliere, verificare cosa è possibile avere e cosa no. È lungo e complesso: ma ammetto che sono contento di aver dovuto perdere tutto questo tempo, mi è servito per entrare totalmente nel progetto. L'ho anche sognata 2-3 volte in questi anni!

Come hai scelto di impostare il lavoro?

Mi sono molto documentato, ho letto almeno 3 biografie e parlato molto con i diversi autori. Poi mi sono fatto una retrospettiva privata dei suoi film, in ordine cronologico (alcuni non li ho trovati, purtroppo...): li ho visti in ordine, comprendendo meglio anche la sua evoluzione nel corso degli anni.
La notizia di essere stati scelti qui a Cannes Classics è stata emozionante, mai più me lo sarei immaginato all'inizio: ancor più mi hanno fatto piacere le parole del responsabile della sezione quando ci ha dato la notizia, ha apprezzato molto l'intimità che sono riuscito a trovare con il personaggio di Anna Magnani, il lavoro sugli archivi che abbiamo fatto e anche il gioco tra passato e presente su cui ho costruito la narrazione.

19/05/2019, 21:01

Carlo Griseri