DA QUALCHE PARTE NELLA GIUNGLA - I cine-cannibali italiani
Il documentario “
Da qualche parte nella giungla” di
Daniele Ceccarini e
Francesco Tassara è un viaggio nel cinema fantastico italiano degli anni '70. Si evocano i ricordi, gli aneddoti e le avventure del regista
Sergio Martino, dell’architetto-scenografo
Massimo Antonello Geleng, del direttore della fotografia
Giancarlo Ferrando e del mago degli effetti speciali
Paolo Ricci. I quattro colleghi e soprattutto amici, rievocano la realizzazione della “trilogia della giungla” composta da film mitici come “
La montagna del Dio cannibale”, “
L’isola degli uomini pesce” e “
Il fiume del grande caimano”, tutti diretti da Sergio Martino.
Le interviste ai questi quattro “esploratori del fantastico” sono inframezzate a immagini dei film, delle perle rare di quel cinema cannibale di genere che furoreggiava nei gloriosi anni ’70. Emergono gli scherzi, i giochi sul set, la goliardia tra i colleghi nella giungla della Malesia, nello Sri Lanka, con cascate, rapide e sanguisughe, passando per gli abissi della sommersa Atlantide e selvagge tribù di antropofagi, truccati con sapiente artigianato e pochissimi effetti speciali, tutti fatti a mano. Fa impressione vedere in mezzo al tavolo, quel modellino minuscolo di Atlantide, poi ripreso dalla troupe per farlo sembrare un tempio sommerso di una civiltà scomparsa. Viene la nostalgia di quel tempo in cui i film si facevano col sudore e la genialità, non esistevano i blue screen e gli effetti speciali andavano fatti la notte prima del set, inventandoseli scena per scena. Noi italiani siamo stati i primi e forse i migliori a fare della nostra mancanza di risorse cinematografiche una forma di arte. Questo documentario è un pezzo di quel cinema fantastico di genere che difficilmente rivedremo in futuro nelle nostre sale, con quella magia cannibale e un po' naif che ci manca un po' a tutti.
15/04/2020, 16:49
Duccio Ricciardelli