Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia. Tre artisti apparentemente senza alcun punto di contatto. Eppure, c’è un filo rosso che li unisce: sono giovani, sono tutti e tre proiettati in un percorso di crescita e affermazione, appartengono alla generazione dei millennials che utilizzano social media e dirette streaming per farsi conoscere. Ed hanno tutti una sola ossessione: fare arte. Essere artisti oggi, all’ingresso del secondo decennio del nuovo millennio, ha ancora senso? Qual è il loro pubblico? E cosa li spinge a investire ogni giorno della propria vita nella creazione di un’opera che finirà per attirare sia critiche che consensi? Lo spiega il documentario di Luigi Pingitore “
MillenniArts”, che il programma di Rai Cultura “
Art Night” propone in prima visione assoluta venerdì 8 maggio 2020 alle 21.15 su Rai5 (canale 23). Tre artisti, tre città, tre approcci all’arte diversi, raccontati in un unico, ininterrotto flusso audiovisivo fatto di magiche risonanze, differenze, strappi e prossimità. Un uomo che si arrampica su ponteggi traballanti e dipinge grandi ritratti d’uomini famosi sui muri della propria città (Napoli) e da lì parte per un viaggio in varie città del mondo. Un trentenne che dedica ogni energia a scolpire il marmo, cercando nella nuda materia quello che secoli prima hanno trovato Michelangelo e Canova. Una donna che passa molte ore in meditazione, sotto un albero, alla ricerca dell’elemento che potrà unire lei, gli altri e il mondo. Come se fare arte fosse l’unico argine alla distruzione a cui sembra votarsi l’umanità.
A seguire Art Night propone il documentario di Nunzio Massimo Nifosì “
Piero Guccione, verso l'infinito”. Consacrato come uno dei maestri viventi della pittura contemporanea italiana, Guccione è tra i pochissimi che, come tutti i grandi, abbiano saputo fare proprie le principali correnti, dal figurativo all’informale, senza rinunciare ad un estatico mistero, ad una enigmatica precisione e alla luminosità delle forme che, in uno stile completamente diverso, ricordano l’inconfondibile atmosfera di un Hopper. Il film, composto da inquadrature ricercate che mimano i quadri e da voci di esperti che ne spiegano la bellezza, porta sulla scena la personalità schiva e la tecnica di un artista da conoscere in profondità.