IL REGNO - Medio Evo questo sconosciuto
L'uomo del presente a confronto con l'uomo del passato: spunto vincente per commedie (da "
Non ci resta che piangere" a "I visitatori" fino al recente "
Non ci resta che il crimine") e per drammi e thriller ("
Lazzaro felice" e "The Village"), lo scontro tra modernità perduta e nuovi equilibri da trovare per adeguarsi alle epoche passate è quasi sempre garanzia di successo con il pubblico.
La differenza principale tra i film citati e "
Il Regno" di Francesco Fanuele è nella totale consapevolezza da parte dei protagonisti del contesto in cui vivono. I sudditi di questo piccolo reame nella campagna laziale conoscono il presente e lo rifuggono: si sono infatti rifugiati anni prima per loro scelta nella proprietà del padre di
Stefano Fresi, figlio ripudiato ora richiamato "a corte" per succedere al genitore deceduto. Ad accoglierlo e consigliarlo il "ciambellano"
Max Tortora, avvocato ripiegato nella nuova dimensione ma nostalgico della modernità.
Rituali di corte, editti prevaricatori, favori sessuali e ogni rito medievale imparato sui libri di scuola è presente nel "Regno", così come intrighi per il trono orditi da una sorellastra nata e cresciuta nel culto del potere. Cortigiane bendisposte e alimenti ancora non scoperti (come fare il sugo se Cristoforo Colombo non ha ancora importato il pomodoro?), fraintendimenti e buffe reazioni arricchiscono la prima parte del racconto, in cui la coppia Fresi-Tortora (ben sostenuta dalla giovane
Fotinì Peluso) offre numerosi momenti riuscitissimi.
Diverso il discorso nella seconda parte: quando la situazione deve essere sbrogliata le cose si complicano e "
Il Regno" (che nel 2016 era già diventato un corto, sempre di Fanuele e sempre con Fresi "re") perde un po' di lucidità e di mordente. Poco male, il risultato complessivo rimane convincente e il cast sorregge al meglio una bella idea.
02/07/2020, 12:30
Carlo Griseri