VENEZIA 77 - Rosi, tra documentario e finzione
Documentario, finzione, cinema del reale. Cos’è il film di
Gianfranco Rosi. Oltre ad essere bello e coinvolgente,
Notturno esplora tutti questi generi mostrando e dimostrando quanto il regista sia in grado di raccontare un contesto, scegliendo i personaggi giusti e le situazioni, anche fuori contesto, in grado di farci scoprire un mondo.
Guardando "
Notturno" però, in alcune situazioni particolarmente forti, si ha il dubbio che i tre anni di tempo impiegati per girarlo, siano passati oltre che nella ricerca delle situazioni giuste, anche nella costruzione minuziosa di un’estetica ricercata e nella creazione di scene perfette, ricreate ad hoc per poter avere maggior potere dirompente. Le donne dell’inizio che piangono nelle celle dei figli torturati e uccisi dall’Isis, sono inserite in una scena di grande forza ma anche di ricercata cura di ripresa. E questo, se da un lato aggiunge valore al film, dall’altro ci fa perdere di vista il confine tra documentario, cinema del reale e finzione. Confusione che si crea anche assistendo alla sequenza del carcere, dove la geometria e la precisione dell’inquadratura si uniscono al movimento quasi coreografico che non può che essere costruito a favore della camera.
Siamo convinti al cento per cento della autenticità delle immagini di Rosi, ma il dubbio che una ricostruzione troppo accurata possa andare a falsare la verità dei fatti, diventando suggerimento e giudizio, diventando film di finzione, non può non sorgere guardando "
Notturno".
Il racconto di Rosi sulla situazione delle zone occupate dall’Isis negli anni è toccante e coinvolgente e mostra un’umanità ancora ferita e terrorizzata dalle violenze subite personalmente o in famiglia. Quello di cui si sente il bisogno è qualche indicazione in più sui luoghi e sulle date, insomma qualche informazione che dovrebbe aiutare chi entra semplicemente in sala per vedere un film, a capire e magari a saperne di più di un fatto grazie a quello che scorre sullo schermo.
10/09/2020, 11:44
Stefano Amadio