I MOSCHETTIERI DI NATALE - L'incontro con la stampa
Tornano i moschettieri di Giovanni Veronesi dopo due anni dalla prima missione: stavolta sono rimasti in tre, Porthos, Athos e D’Artagnan a vivere l’ultima fantastica avventura al servizio di nuovo della regina Anna d’Austria (
Margherita Buy) e della new entry Enrichetta d’Inghilterra (
Anna Ferzetti):
“Per me non è un seguito”, ha spiegato
Giovanni Veronesi, “sono gli stessi personaggi ed è un film completamente diverso, non so se ci sarà un terzo film per farne una trilogia, mi piace l’idea di lavorare sempre con gli stessi attori e fare dei film che mi diverte girare, lo prendo sempre come un gioco con delle regole ben precise. Sono contento di aver fatto questo film e se potessi farne un altro lo farei”.
Un film che mescola avventura, fantasia e riferimenti alla contemporaneità, che mai come in questo momento appare squisitamente d’evasione, come anche gli stessi interpreti hanno voluto sottolineare:
“Sono felicissimo di essere tornato nei panni di D’Artagnan”, ha dichiarato
Pierfrancesco Favino, “è raro che ti venga data l’opportunità non di giocare al bambino che sei stato ma di essere bambino adesso, poter andare a cavallo, tirar di spada, prendersi anche un po’ meno sul serio, per me è stata un’altra boccata d’aria. Questa fantasia che c’è dietro, questo mondo immaginato da Giovanni per me è molto liberatorio”.
“Credo che la fantasia sia uno dei motivi per i quali molti di noi fanno il nostro mestiere”, ha spiegato
Valerio Mastandrea, “ti dà la possibilità di pensare le cose come ti pare. La libertà come concetto è molto importante nella vita delle persone e credo che il cinema abbia proprio questo compito: quello di portarti da un’altra parte e farti vedere le cose forse come non le hai mai viste. Il film è ricco anche di altri temi, uno fra tutti è quello di abbandonare il proprio ruolo per inseguire un ideale. Molto spesso l’ideologia è considerata quasi una parolaccia ultimamente ma avere degli ideali è importante soprattutto se questo ti permette di fare delle scelte verso gli altri. Io parlo sempre degli altri perché questo film parla anche di questo: dello stare insieme. Questo momento che stiamo vivendo divide il mondo in due persone: quelli che pensano solo a sé stessi e quelli che pensano a sé stessi in mezzo agli altri e credo e spero che il futuro sia di questi ultimi e non dei primi”.
“C’è una frase che mi disse mio figlio quando aveva sei anni”, ha dichiarato
Rocco Papaleo, ““Papà, lo sai che la fantasia mi consola?”, ecco io ho trovato in quell’espressione di un bambino una scappatoia che la fantasia ci concede rispetto alla realtà. Io trovo proprio nella fantasia la mia libertà”.
18/12/2020, 18:53
Caterina Sabato