LA STANZA - "Aggiustare il presente per salvare il futuro"
Dal 4 gennaio su Prime Video sarà visibile "
La Stanza", ultima fatica di Stefano Lodovichi.
"Abbiamo girato tutto in soli 17 giorni - spiega il
regista - è stata una cattiveria più che un'impresa! Fondamentale il feeling con il cast e la troupe, è stata una sfida tosta tra poco tempo a disposizione e difficoltà causate dal Covid. Il film è nato da un documentario sugli
hikikomori, cui ho lavorato per tre anni prima che si fermasse il progetto. Ma ho voluto approfondire il tema, spostando l'attenzione sui conflitti figli-genitori, su un figlio che vuole aggiustare a modo suo il presente, per salvare il suo futuro. Siamo sempre tutti molto concentrati su noi stessi, sul nostro punto di vista: e più siamo giovani più è così!".
"So che questo è un film particolare e difficile, e ammetto che c'è tanto di autobiografico. Provo a raccontare un passaggio nella mia vita personale: ora ho un ruolo genitoriale, la mia visione della vita è cambiata. Il copione è nato 3 anni e mezzo fa, nel frattempo ho anche perso mia madre e tutto ciò mi ha portato a cambiare e cambiarlo: non sono più solo un figlio che giudica i suoi genitori, ma sono un figlio che ad una certa età si rende conto della difficoltà di essere madre o padre. Da ragazzini si accusa facilmente, credo che si diventi grandi quando si inizia a capirli, comprenderli, perdonarli".
"La casa in cui si svolge il film era basilare per la riuscita del tutto, sono partito dalla bolla della camera di un
hikikomori, una sorta di bolla dentro l'acqua... Le pareti hanno crepe come la famiglia che vive lì, sono crepe strutturali, inevitabili. Il titolo, non lo nego, si rifà anche a 'La stanza del figlio':
Nanni Moretti è il più grande autore degli ultimi 40 anni e non lascia mai indifferente, la sua storia di una famiglia segnata dalla morte del figlio non è così lontana dalla mia".
Guido Caprino è il misterioso Giulio: "Tutto si basa sulla scrittura, noi attori facciamo solo battere il cuore dei personaggi, non ci inventiamo nulla: ci mettiamo le viscere, anche se non è cosa da poco... Ho amato molto il personaggio di Giulio, perché ha bisogno di riscatto: non giudico mai un personaggio o una storia. La sua parte infantile è quella su cui ho basato tutto il mio lavoro: si parla di infanzia e io voglio difenderla. Il bisogno del mio personaggio è molto chiaro: Giulio è cresciuto in una scatola troppo piccola per lui".
Camilla Filippi è invece Stella: "Il mio approccio al ruolo è stato molto complesso, ho trovato difficile individuare il giusto equilibrio in tutto quello squilibrio! Ho provato tantissimo dolore, abbiamo girato il film in soli 17 giorni e credo che non avrei retto per un diciottesimo... Ho pianto tutte le lacrime del mondo e messo mano a tutto il dolore della mia vita: stavo male sul set e poi anche a casa, ma scavare e trovare una utilità a tutto il dolore che ci portiamo dentro mi ha in qualche modo alleggerito, per paradosso. Stefano ci ha guidato con una visione molto chiara, ci ha fatto vedere la rotta e poi lasciato liberi di arrivare in fondo".
21/12/2020, 17:35
Carlo Griseri