LA BAMBINA CHE NON VOLEVA CANTARE - Su Rai 1 il 10 marzo
Una biografia essenziale, limitata nel racconto tra gli 8 e i 16 anni di una delle cantanti pop più popolari negli anni d’oro della scena italiana.
Nada, che ha scritto il romanzo da cui è tratto il film tv, vive in campagna e la sua famiglia è modesta ma già inserita nel benessere economico diffuso di quegli anni. I ricordi di quel periodo di vita vanno dall’inizio della sua attività nel canto, con la scuola e le lezioni private, alla gestione familiare di una mamma bipolare (
Carolina Crescentini), pericolosa per se stessa, fino al primo innocente flirt con il ragazzo del paese. Tutto normale, tranne forse il rapporto con la mamma e i suoi problemi mentali, per una ragazza dalla voce gradevole che si trova sul trampolino del decennio giusto, con i giovani che trovano una loro dimensione e un riconoscimento civile e culturale.
Costanza Quatriglio racconta in modo molto statico le vicende, entrando nel periodo storico non solo con scene e costumi ma anche con una regia e un ritmo da tv antica, tra primi piani, grandi dialoghi, sospiri e un accompagnamento di violino che cerca di dare quel sentimento alla storia che né l’azione né il personaggio riescono a creare. Un compito ben fatto ma senza slanci o trovate innovative.
Nada era una bambina come tante e raccontare la sua vicenda, escludendo il successo nella canzone popolare (il film finisce con il debutto a Sanremo), è una scelta rischiosa, proprio per la normalità della situazione. Nel film, ideale certo per la tv generalista, manca il contrasto tra le luci del palcoscenico e i ricordi dell’infanzia, tra l’ingresso nel mondo dello spettacolo con il fascino dei suoi personaggi e la semplicità di una famiglia di campagna.
In sostanza manca la parte interessante della vita di Nada Malanima, quella davanti al microfono e nelle hit parade e quella successiva nella canzone d'autore ma anche come attrice in parecchie produzioni televisive e teatrali.
I soli ricordi di quel fantastico decennio non la rendono più giovane di una Gigliola Cinquetti, più trasgressiva di una Patty Pravo, più brava di Mina o più popolare di una delle tante cantanti venute alla ribalta arrivando dalla provincia.
25/02/2021, 17:00
Natalia Giunti