CHIAMAMI ANCORA AMORE - Storia di un matrimonio
Anna ed Enrico si sono incontrati per caso, si sono amati da subito, hanno avuto un figlio e si sono sposati. Dopo undici anni di matrimonio, però, qualcosa si è spezzato, Anna decide di andare via di casa mentre Enrico la prega di restare. Il loro inevitabile divorzio presto li trascinerà in un vortice di rabbia e risentimento nel quale finirà per essere investito anche il figlio Pietro, tanto da coinvolgere una caparbia assistente sociale che andrà in fondo alla loro storia, ripercorrendola dall’inizio per comprendere i veri motivi della loro “guerra”.
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Chiamami ancora amore" non è la semplice storia di un amore romantico come può suggerire il titolo ma il racconto di come la vita e le separazioni deteriorino i rapporti anche più belli e autentici fino a tramutare quello che un tempo era amore in una lotta senza pietà. È chiaro che la serie in tre prime serate di
Giacomo Bendotti risenta fortemente dell’influenza del film di Noah Baumbach “Storia di un matrimonio” candidato agli Oscar lo scorso anno, a partire dal titolo “fuorviante”, dai flashback che mostrano i momenti felici della coppia, dal primo incontro al matrimonio, alla decisione di chiudere la storia anche qui presa dalla moglie, fino a certe dinamiche però comuni a tante coppie separate, ma ci sono anche riferimenti a “Kramer contro Kramer”.
La serie diretta da
Gianluca Maria Tavarelli però prende presto una sua direzione ponendo l’attenzione su drammi personali come l’aborto, la sindrome post partum, la depressione, il terrore di non rivedere più il proprio figlio per le tattiche spietate e ciniche degli avvocati durante l’iter di divorzio. Argomenti “scottanti” per una prima serata raccontati senza retorica, come la questione delle irrispettose pratiche burocratiche per assumere la pillola abortiva RU e il conseguente trattamento denigratorio riservato alle donne che scelgono di interrompere una gravidanza, che dimostrano una piacevole svolta nei contenuti Rai.
Quello che viene fuori da questo dramma familiare è tutto il dolore e lo sbigottimento dei protagonisti di fronte a una persona che hanno tanto amato che si trasforma nel peggiore dei nemici pronto a usare i segreti più profondi, le confidenze più inconfessabili per rovinargli la vita. I primi piani indugiano sui volti dei protagonisti
Simone Liberati e Greta Scarano che esprimono con grande intensità i diversi stati della loro relazione, facendo di fatto “l’anatomia” di una storia d’amore, ed è in particolare l’attrice romana a dare un’interpretazione profondamente sentita, ricca di sfumature, coinvolgente e straziante.
24/04/2021, 10:27
Caterina Sabato