OSTAGGI - Quando l'unica soluzione e' il crimine
Vittima della crisi economica, un onesto costruttore, padre di famiglia, decide di rapinare un furgone portavalori finendo la sua fuga in una panetteria dove sequestra tre clienti e il fornaio.
Fuori, la polizia cerca di risolvere la situazione con le immancabili frizioni tra colleghi: maschi e femmine, superiori e subalterni, interventisti e negoziatori.
Come andrà a finire? Intanto con una domanda che la sequestrata (
Vanessa Incontrada), poco contenta di stare chiusa nel negozio, fa al malvivente: “Ma non li guardi i film?” chiede la donna; “Sì, ma questo non è un film!” risponde il sequestratore (
Gianmarco Tognazzi). Vero, in realtà la vicenda sembra presa non da un solo film ma da un bel pacchetto di film, malgrado arrivi dalla penna del commediografo
Angelo Longoni anche coautore della sceneggiatura insieme alla regista (e moglie). Il vertice è la citazione esplicita di "
Quel Pomeriggio di un giorno da cani" e al riferimento, fuori luogo, a una battuta di Al Pacino.
Come spesso accade tra i nostri autori contemporanei, il linguaggio, le situazioni, i personaggi, insomma tutto quello che costituisce e va a formare il film, è ispirato non dalla realtà o dalla pura e talentuosa fantasia, ma mutuato dal cinema. È il cinema che si crea da altro cinema e, malgrado la confezione sia ormai diffusamente di buona fattura, il tutto appare posticcio, irreale, già visto e già sentito.
D'improvviso, in mezzo al solito batti e ribatti tra buoni e cattivo, grazie al pragmatismo condito di ironia dell’ostaggia Incontrada, la situazione comincia a confondersi tra il dramma e la farsa, e si trasforma in una divertente parodia di un film di sequestratori, di ostaggi e di poliziotti. Ma l’atmosfera cinematografica è concentrata in funzione dell'ora e mezza di film, mentre a poterle vedere, molto probabilmente, prima e dopo le vite e le vicende dei personaggi apparirebbero, se non interessanti, almeno originali.
È proprio quando diventa cinema che il racconto si fa copia di altro cinema, sfiorando in certi passaggi l’acume di un capolavoro di Mel Brooks. In "
Ostaggi" non si capisce fino alla fine se si scherza o si fa sul serio. Alla retorica a badilate sparsa sulla prostituta, sull’immigrato, sull’imprenditore vittima dei ritardi dello Stato, sulle già citate frizioni tra poliziotti, si sottraggono le interpretazioni di
Vanessa Incontrata, Elena Cotta e in parte minore di
Alessandro Haber, un po’ pigro nel cercare un'alternativa allo stereotipo dello sbirro.
14/05/2021, 01:00
Natalia Giunti