PER TUTTA LA VITA - Finche' morte, o un giudice, non vi separi
Il nuovo film scritto e diretto da
Paolo Costella sembra un’operazione produttiva d’emergenza. Un copione tirato fuori da un cassetto dove è finito qualche annoi fa, sul quale però, con un fermaglio, è allegato l’elenco del cast. Di allora.
Immaginando questo appare chiaro come gli interpreti delle quattro coppie che vedono annullare il proprio matrimonio a causa di un prete truffatore siano sempre al limite della credibilità. Dieci anni fa sì, ci avrei creduto in
Claudia Pandolfi e Filippo Nigro che vogliono avere un figlio e che anzi, ci provano ormai da qualche anno, con lei che mette in dubbio la famiglia di fronte alla carriera e sta ancora a sentire, soffrendo, la madre oppressiva ed egocentrica. Ma a 47 anni no, non ci credo più; può capitare certo, ma è un caso limite del tutto marginale.
Come stento a credere a
Claudia Gerini, sposa da ben due anni, che non vuol rischiare di rimanere incinta del marito
Paolo Kessisoglu. I due hanno come grandi amici la coppia
Luca Bizzarri e Carolina Crescentini (forse l’unica ancora credibile) con i quali hanno condiviso giorno del matrimonio e viaggio di nozze ma che alla fine si scoprono non così leali.
La coppia già separata formata da
Ambra Angiolini e Fabio Volo sembra ancora credibile per età ma sicuramente è la meno credibile per storia, in un meccanismo in cui ciò che comincia bene finisce male e viceversa ricalcando nello spunto, l’annullamento di un punto fermo della vita, quel’Immaturi di
Paolo Genovese (qui produttore esecutivo e co-sceneggiatore) datato proprio 2011.
Insomma, un cast completo di tutto rispetto ma in un film di almeno dieci anni fa.
Per Tutta la Vita, oltre ad andare a puntare facilmente su un pubblico femminile evidentemente affascinato dall’abito bianco, sembra girato in fretta, per non stare con le mani in mano in un periodo in cui a fronte del blocco da pandemia, l’offerta di finanziamenti al cinema non ha conosciuto fermi. Il film di
Paolo Costella può essere un valido passatempo televisivo o da piattaforma, ma al cinema, dove si paga assai e si spera di vedere sempre qualcosa di diverso, stenta a giustificare il proprio passaggio.
05/11/2021, 13:00
Natalia Giunti