(IM)PERFETTI CRIMINALI - Un cocktail annacquato di classici criminali
Esce su Sky, senza passare per le sale cinematografiche, il lavoro di
Alessio Maria Federici "
(Im)Perfetti Criminali", uno dei tanti film che confermano la scarsa attenzione dedicata alla scrittura e alla realizzazione nella produzione italiana contemporanea. L’importante è farlo, il film, poi quello che si presenta allo spettatore conta poco.
Questo è un mix di
David Mamet e dei suoi colpi a doppio binario, pieni di svolte inaspettate e di
Steven Soderberg con i furti geniali dei suoi Ocean’s che non sono mai quello che sembrano, con un pizzico di
Mario Monicelli, e suoi sceneggiatori, per colorare tutto di simpatica romanità. I quattro sceneggiatori quattro,
Ivano Fachin, Luca Federico, Giovanni Galassi, Tommaso Matano, non sono nessuno dei tre e, proprio in funzione di quanto detto sopra, se ne infischiano del pubblico, che ha visto decine di volte sia Mamet sia Soderberg sia Monicelli, limitandosi a consegnare una sceneggiatura originale forse solo per la filiera finanziaria che al cinema ci va di rado.
Una banda di onesti lavoratori decide di mettere a segno un colpo in una gioielleria per salvare il futuro di un componente del gruppo. Questi ladri sono troppo inetti e pasticcioni per poter portare a termine il furto, anche con la complicità del proprietario della gioielleria che vuole far sparire cose poco pulite. Lo stillicidio di azioni improbabili e stupide e di rapporti umani patetici, dura per i quattro quinti del film, portando lo spettatore su un binario morto e vicinissimo allo sfinimento.
La svolta arriva tardissimo, verso il finale, quando una donna bionda completamente estranea alla storia appare e con lo sguardo in macchina ci accompagna, come fossimo scemi, nelle geniali due pagine di spiegone mostrandoci cosa sia veramente successo.
Tutti gli interpreti, diretti da Federici, riescono ad essere poco credibili, così sopra le righe per carattere e recitazione da non giustificare minimamente quello che scopriremo nel finale. Anche travestiti da inguaribili cretini, ruolo indispensabile per i loro scopi, rimangono comunque dei pagliacci, lontani da qualsiasi tradizione cinematografica fondata sulla credibilità. Si salvano Anna Ferzetti, malgrado sia troppo matura per essere la moglie di Filippo Scicchitano, e la coppia Bruno-Baccarini impegnata, cuffie in testa, nelle intercettazioni di polizia.
09/05/2022, 08:44
Natalia Giunti