FESTA DEL CINEMA DI ROMA 17 - La Stranezza
Continua (per fortuna) la linea del nostro cinema dedicata ai grandi scrittori. Dopo Leopardi e D'Annunzio, ma anche Dante e Boccaccio fino a Eduardo, arriva
Luigi Pirandello, interpretato da un ottimo
Toni Servillo, in una storia tutta siciliana, a parte il finale, che spazia tra realismo (o anche verismo, c'è anche Verga interpretato da un grande
Renato Carpentieri) e il mondo parallelo che si sviluppa nella mente dello scrittore, fino a portarlo alla messa in scena di "
Sei Personaggi in cerca d'Autore".
Il rapporto tra la realtà, spazio e tempo dove attingere personaggi e situazioni, e quello che si sviluppa nella mente di un autore è il senso del film diretto da
Roberto Andò. Comincia nel 1920 mostrando un Pirandello che non ha "smesso di prendere l'autobus", e sul treno che lo porta in Sicilia per la festa di Verga che si trasforma nel funerale della sua balia, guarda con gli occhi pieni di curiosità gli altri passeggeri, prendendo appunti con la mente e trasformando le persone in personaggi.
FICARRA E PICONE
I principali sono i due becchini del paese,
Ficarra e Picone, amanti del teatro e gestori di una compagnia amatoriale che sta mettendo in scena un dramma che, all'opposto del viaggio dello scrittore, si trasforma in farsa. Pirandello ruba con gli occhi, alimentando una serie di domande sul senso della scrittura, sulla vita e sull'esistenza delle persone portate in scena, quei personaggi che una volta messi in pagina e gettati sul palcoscenico, chiuso il sipario, si ritrovano in una angosciante, irrisolvibile immortalità.
Andò ricostruisce bene l'ambiente e le situazioni dell'epoca, mostrando un Pirandello umano ma sempre riflessivo, assillato dall'esigenza di carpire novità e "stranezze" per il suo lavoro. Buoni i costumi, le scenografie e la fotografia, meno la colonna sonora stile Sicilia di Camilleri, troppo presente nel rimarcare delle sottigliezze che forse non arriverebbero, giustamente, a tutti.
20/10/2022, 19:20
Stefano Amadio