NAPOLI MAGICA - Indagine sull’incanto napoletano
Un documentario che mescola realtà e finzione per raccontare una delle città più affascinanti del mondo: "
Napoli Magica", diretto da
Marco D’Amore, scritto insieme a
Francesco Ghiaccio, indaga proprio sulla magia che avvolge la città partenopea. Tra leggende, misteri, esoterismo e superstizioni l’attore e regista si aggira per Napoli chiedendo alla gente sempre la stessa cosa:
<2H>“Perché Napoli è magica?”2H>
Nessuno sa esattamente rispondere, ma tutti hanno la certezza di vivere in una città bellissima, unica, fatta di mille contraddizioni ma carica di passione. Come quella per il loro San Gennaro, per il “dio” Maradona, per la pizza, per Pulcinella e per il mare. Il film però non è un didascalico elenco di tutti i simboli di Napoli, degli stereotipi che tutti conosciamo, D’Amore non ne fa un banale elogio, ma attraverso i luoghi della città stessa cerca di comunicare quelle suggestioni e quel mistero dai quali ha preso spunto per questa indagine.
Dalla leggenda della sirena
Parthenope suicidatasi secondo alcuni per una delusione d’amore, secondo altri invece per orgoglio, per l’umiliazione di non essere riuscita ad incantare Ulisse, rappresentando così il “carattere” del popolo napoletano orgoglioso e dignitoso, al cimitero delle Fontanelle, fino a Castel dell’Ovo e i suoi sotterranei dove si dice che Virgilio abbia nascosto un uovo che se infranto porterebbe alla distruzione della città.
Se la prima parte è più “documentaristica”, nella seconda attraverso un espediente narrativo D’Amore decide di “portare in vita” i miti, i fantasmi, le voci antiche, il passato, i morti che si dice abitino sotto Napoli mischiandosi ai vivi, giocando con i simbolismi, con le suggestioni, incontrando, per esempio, Raimondo di Sangro (Andrea Renzi), principe di Sansevero, nobile, esoterista e inventore, esponente del primo Illuminismo europeo, Pulcinella e la sirena Parthenope (Marianna Fontana).
Interrogandosi su Napoli e il suo fascino inspiegabile Marco D’Amore riesce a trasmetterlo attraverso lo schermo, a concentrare in un’ora e mezza l’universo sterminato napoletano che, come dice una signora per strada “non finisci mai di raccontare, non puoi prendere solo una storia, Napoli è tanto da raccontare, misteri, tragedie e amore”.
26/11/2022, 08:03
Caterina Sabato