TORINO FILM FESTIVAL 40 - Cinque Stanze
“
Cinque stanze non è un film sul dolore ma sulla caduta, sulla difficoltà di alzarsi.C’entra il dolore sì, ma anche la costanza, il coraggio, la forza, il desiderio. Non tutti ce l’hanno queste qualità, e così si cade, cercando di non farsi troppo male.”
Queste le note di regia di
Bruno Bigoni per introdurre il suo interessante film d’autore, tutto in interni, tutto sulle facce degli attori. Una storia sulla caduta e sul rialzarsi. Con un bianco e nero pulito ed inquadrature ravvicinate sui volti dei pochi personaggi, il regista si accosta con delicatezza ai suoi attori. Lo sguardo che il film pone sui protagonisti è affettuoso e mai irruento. Entriamo negli appartamenti silenziosi di di K, di Lara e di Silvia, ogni stanza ha un suo personaggio e la narrazione procede frammentata ed alle volte incomprensibile come certi nostri momenti della vita.
Ci sono silenzi, attese, tagli di luce sulle camere da letto che ricordano il cinema rigoroso ed algido, nordico di Bergman. Le voci fuori campo ci coccolano senza invaderci e creano un’atmosfera astratta e protettiva. Le figure umane sono quasi sempre schiacciate all’interno delle location, con lenti movimenti di camera a seguirne il dialogo.
Un film da camera
Cinque stanze, amaro come un caffè in cucina al mattino presto, come la pensione e la malattia che arrivano nella vita di ognuno. Narrativamente intrigante per le scelte quasi musicali nel montaggio.
02/12/2022, 19:00
Duccio Ricciardelli