PORDENONE DOCS FEST 16 - La giuria e le anteprime internazionali
È la regista cilena Valeria Sarmiento a presiedere la Giuria, tutta al femminile, della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. Le voci del documentario, il festival di Cinemazero che dal 29 marzo al 2 aprile 2023, trasforma il capoluogo friulano in un osservatorio privilegiato sulla contemporaneità.
Insieme alla Sarmiento - fuggita con il marito Raoul Ruiz dalla dittatura di Pinochet, autrice anche di film che raccontano l'America Latina da un punto di vista prettamente femminile, e della quale verranno presentati per la prima volta in Italia alcuni rari documentari - giudicheranno i 15 documentari in concorso - tutti in anteprima nazionale - anche Costanza Quatriglio regista, sceneggiatrice, direttrice artistica e coordinatrice del Centro Sperimentale di Cinematografia - documentario, e Beatrice Fiorentino giornalista e critica cinematografica, delegata generale presso la Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia.
“Abbiamo scelto un terzetto d'eccellenza: le donne, nel mondo del cinema e della cultura, ci sono e con profili di assoluta qualità, – dice il curatore del festival Riccardo Costantini - bisogna allargare ancora di più la loro partecipazione e valorizzare il loro lavoro. Una giuria tutta al femminile significa anche questo”.
Molti i temi affrontati dai documentari in concorso – tra gli altri inclusione, femminismo, guerra, disabilità - che rispecchiano la complessità contemporanea e le molteplici prospettive da cui osservarla; tra questi Singing on the Rooftops di Enric Ribes o Sexual Healing di Elsbeth Fraanje che raccontano i temi dell’inclusione, The Oil Machine di Emma Davie e Steel Life di Manuel Bauer che affrontano temi ambientali e decoloniali, la guerra in Ucraina raccontata da When Spring Came to Bucha di Mila Teshaieva e Marcus Lenz, l’Iran attuale in Destiny di Yaser Talebi.
“La nostra selezione ha motivazioni ben precise – continua Costantini - punta ad accendere i riflettori su temi di assoluta importanza sociale, partendo prima di tutto dalla qualità e dalla capacità dei film di coinvolgere il pubblico per la loro bellezza. Il documentario di qualità può agire concretamente per il cambiamento: i film che proponiamo sono i più intensi e validi sui temi dell’oggi”.
Oltre al Premio della Giuria, i film saranno in competizione anche per il Premio del pubblico, quello della Giuria Young, il Green Documentary Award, mentre il Virtual Reality Audience Award sarà dedicato alle produzioni in VR, anch’esse in anteprima.
Si conferma anche il premio Images of Courage, l'importante riconoscimento internazionale realizzato con il patrocinio dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, assegnato quest’anno a Caesar, nome in codice che protegge un ex fotografo della polizia militare di Damasco il cui incarico è stato per anni riprendere le morti sotto le torture del regime. Le foto di queste ultime, consegnate al mondo grazie al suo lavoro e al suo coraggio, hanno potuto informare l'opinione pubblica delle atrocità commesse dal regime siriano e consentire di processare internazionalmente il governo di Assad. Il Premio verrà consegnato nel contesto della proiezione in anteprima del film The lost souls of Syria dei registi/giornalisti francesi Garance Le Caisne e Stéphane Malterre, anche loro presenti a Pordenone.
Mercoledì 29 marzo, la serata di apertura viene affidata a un film in anteprima internazionale, A way to B di Jos de Putter e Clara van Gool che vede protagonista il collettivo di danza catalano Llant la troca composto da persone con diversa abilità, capaci di dare vita a coreografie di grandissima qualità come ogni altro corpo di ballo. Per l’occasione, la compagnia sarà ospite del Festival e protagonista di una performance messa in scena per la prima volta in Italia.
Con i 15 documentari in concorso, sono 46 i titoli in programma, 7 dei quali in Realtà Virtuale, provenienti da Europa, Sud America, Stati Uniti ed Estremo Oriente, scelti tra oltre 400 titoli.
A conferma della vocazione al femminile dell'edizione, il festival propone tra le altre, la retrospettiva Donne con la macchina da presa a cura di Federico Rossin in collaborazione con i principali archivi italiani, che ripercorre le origini del documentario femminista italiano. Le proiezioni saranno un’occasione per chiedersi a quali film del passato le giovani militanti di oggi possono guardare, e riconoscendovi i primi passi di una battaglia culturale ancora in corso.
Insieme alle proiezioni, sempre accompagnate dalla presenza registi ed esperti, il programma si arricchisce di approfondimenti sul mondo del documentario e non solo: convegni, masterclass, matinée, seminari, workshop, concerti, presentazioni di libri, momenti Industry, mostre fotografiche, per una proposta articolata che restituisca al pubblico un’immagine mai scontata, ma completa dei temi e degli argomenti da sempre al centro delle ricognizioni della manifestazione.
24/02/2023, 18:12