Note di regia di "Ti Aspetto Qui"
L’idea nasce a seguito di circostanze realmente accadute: situazioni e momenti che mi hanno accompagnato per un breve periodo della mia vita. Le motivazioni che mi hanno spinto a raccontare questa storia sono svariate; in primis vorrei rievocare la figura di mio nonno, al quale sono tutt’ora molto legato nel ricordo. “Ti aspetto qui” si basa su degli eventi realmente accaduti; circostanze vissute durante la mia infanzia dalle quali la mia mente ha cercato di proteggermi offuscando alcuni dettagli. Questo lavoro è un’occasione per provare ad analizzare le vicende passate e cercarne un senso. L’idea di questo cortometraggio nasce quindi dall’insieme di vari ricordi e visioni che finalmente hanno determinato l’urgenza di raccontare questa storia.
Andrea è un bambino affettuoso, solare e simpatico, ma qualcosa cambia in lui. Si chiude in se stesso e affronta tutto con una apparente tranquillità e superficialità esteriore. Negli incontri appare sereno, sicuro di sé e non comprende il perché di alcune cose, che lui dà per scontato.
La figura di Anna è quella di una classica mamma dolce e premurosa, in apprensione per ciò che sta accadendo al proprio figlio. Cerca di dare il giusto aiuto ad Andrea affidandosi al giudizio dei rappresentanti di due categorie importanti nella società del nostro secolo: la scienza e la fede. In loro, Andrea vede una voglia incomprensibile di trovare una risposta a questo suo comportamento che, inconsciamente, lui conosce già.
La figura di Francesco, il nonno, uomo estremamente buono ed estremamente legato al nipote, è il perno di tutta la storia. Attraverso i ricordi del nonno, Andrea rievoca i momenti passati e si aggrappa a loro fino all’ultimo saluto, momento in cui decide di lasciarlo andare per sempre.
Gabriele Brundu