EMANUELA MASCHERINI - La principessa azzurra di "Doppia Coppia"
E' al cinema
Doppia Coppia - La Fiaba della Prima Principessa Azzurra della Storia di Igor Biddau con protagonista l'attrice ed autrice
Emanuela MAscherini.
Emanuela, come è stato recitare nel ruolo della "prima principessa azzurra della storia"?
Emanuela Mascherini: Siamo arrivati sul set dopo pandemia e una lunga attesa. Avevamo tutti un gran bisogno di leggerezza. E se la leggerezza non ci aiuterà a risolvere questi tempi complicati di sicuro può aiutarci ad abitarli. Poco prima di girare però non volevo più interpretare questo ruolo, perché non ero abbastanza bionda, non avevo gli occhi abbastanza azzurri, non abbastanza ventenne, non abbastanza delicata per essere la metafora della Principessa Azzurra. Poi mi sono accorta che stavo tradendo tutti i Principi e le Principesse azzurre che incontro ogni giorno per strada, al supermercato, nei bar. Tutti come me lontanissimi dallo stereotipo della Principessa che ci hanno raccontato e vicini a una realtà ben più interessante e complessa sia esteticamente che umanamente, la realtà di chi ha il coraggio di essere se stesso, anche esteriormente, e la propria esistenza se la salva da solo. Ho deciso che dovevo farlo per loro e per me. Poi tra i difetti che annovera il mio personaggio c’è una spiccata immaturità emotiva per essere ormai un’adulta a tutti gli effetti, molto comune e poco raccontata forse, e l’ansia tipicamente femminile di sentirsi sull’orlo di una data di scadenza, sempre più prossima, conseguenza di una pressione sociale sempre troppo attuale. E comunque non dimentichiamoci le qualità di Fernanda donna super indipendente e intraprendente, dall’animo green, ambientalista e salutista. Come per i personaggi che creo come autrice e regista ho cercato di creare un personaggio che alla dittatura della perfezione si oppone con il coraggio dell’autenticità e dell’imperfezione.
Il tuo personaggio, Fernanda, è una "perfettina", come si definisce nel film...
Emanuela Mascherini: Si come anticipavo, è un cocktail non troppo dolce di pregi e difetti. Uno su tutti questa caratteristica, molto femminile, di essere “Miss Perfection” come la definiscono gli altri, d’altra parte a noi donne è sempre richiesta una buona dose di eccellenza. Quest’apparente ricerca di un ordine che Fernanda ostenta senza cercare di essere perfetta nasconde in realtà una spiccata vulnerabilità che cerca di tenere a bada tenendo tutto e tutti sotto controllo. Di contro questo la rende particolarmente attiva e reattiva ma il prezzo da pagare per mantenere questo ordine è quello di nascondere in tutti modi quello che realmente prova fino a quando non diventerà troppo forte da essere incontenibile. Dal punto di vista della recitazione ho cercato quindi di restituire questo equilibrio sottile tra la maschera pubblica del personaggio e un’autentica vulnerabilità che esce allo scoperto quando non può più essere trattenuta in nessun modo. Poi il racconto filmico è semplice e lineare non ha velleità di approdare a ulteriori stratificazioni.
Come è possibile far breccia nel cuore di "una persona che per la prima volta fa i conti con le emozioni", come ha fatto Fernanda con Vincenzo, nel film?
Emanuela Mascherini: Se in “
Dieci Inverni” di Valerio Mieli, che è un film d’autore che ho amato tantissimo, i protagonisti ci mettono appunto dieci inverni per avvicinarsi, in questa commedia sentimentale ci impiegano almeno “venti primavere”. Alla fine, però complice il tempo sospeso passato nella natura dove Fernanda porta gli altri personaggi con la scusa di formare un’altra coppia, qualcosa succede e lontani dal rumore e dalle distrazioni della città ognuno di loro riuscirà ad essere un po’ più vicino a quello che prova.
Cosa hai messo della tua esperienza e del tuo in questa interpretazione?
Emanuela Mascherini: Ho messo a disposizione di Fernanda tutti i pregi e i difetti di cui aveva bisogno per raccontare questa storia. Spero ne abbia fatto buon uso e che milioni di “Principesse” e “Principi” strambi come me me si possano riconoscere e accettarsi nella loro imperfetta unicità.
Come è stato lavorare sul set con Igor Biddau e gli altri attori del cast?
Emanuela Mascherini: Liberatorio, come ho già detto, arrivavamo da due anni molto difficili ed è stata una parentesi di leggerezza necessaria. C’era un bellissimo clima sul set che Igor Biddau è riuscito a mantenere fino alla fine e con la troupe, che rimaneva in albergo, il “karaoke” andava avanti fino a tarda notte. Questo ci ha fatto perdere molte ore di sonno ma ci ha unito anche molto. Pensa che mi sono comprata un microfono wireless per i set successivi…e di per questa piacevole scoperta devo ringraziare l’aiuto regia Gianni Cesaraccio che con il microfono ci era arrivato dalla Sardegna.
Per concludere, dove ti vedremo prossimamente sul grande schermo, oppure dietro la macchina da presa, visto la tua carriera di attrice, regista ed autrice?
Emanuela Mascherini: Come sai, parlo solo dei progetti già conclusi…Uscirà a breve una serie che ho fatto come coprotagonista, “
Che Classe!” diretta da Yuri Rossi e il mio nuovo cortometraggio "
Alba Blu", sulla violenza contro le donne, che ho girato come attrice, autrice e regista con il contributo del Ministero. Per il resto sto continuando a lavorare su progetti diversi a cui tengo molto come attrice, autrice e regista… non sempre in questo ordine.
01/12/2023, 07:27
Simone Pinchiorri