Note di regia di "Napoli Prima"
Era l’inizio di Marzo quando ho pensato per la prima volta a cosa avrei voluto raccontare. Non sapevo se sarebbe stato un lungo o un cortometraggio, se avrebbe parlato di Napoli oppure del Napoli. Non sapevo neanche che forma avrebbe preso il materiale girato, né tantomeno le energie che mi avrebbe richiesto. Sapevo poco, pochissimo, eppure sapevo già molto. Le righeche seguono non le ho più toccate da allora, e credo raccontino meglio di tante parole furbe o posticce il senso del documentario.
NAPOLI PRIMA
Questa non è una notte qualunque. Questa è l’ultima notte da non vincitori.
È l’ultima notte di Napoli prima di strapparsi un abito che non le è mai piaciuto. Prima di sciogliersi lentamente col sole; di smettere di fingere di non contare le ore, i minuti, i secondi; prima di sudare fissando un arbitro che sta per mettersi il fischietto alla bocca. Io voglio sapere se Napoli, stanotte, dorme.
Voglio vederla rigirarsi tra le onde solcate da un gozzo; nei vicoli silenziosi e in quelli di Chiaia, nei cortili di Spaccanapoli e nei salotti del Vomero. Voglio respirare l’adrenalina silenziosa e quella liberatoria, spiare la vaghezza scaramantica e quella irrefrenabile, stare seduto ad un tavolo di giocatori di burraco, e parlare con un edicolante notturno. Voglio rincorrere dei ragazzini, e ascoltare una studentessa fuorisede.
Voglio vedere Napoli, stanotte.
Nessun murales di Maradona, nessun gruppo di tifosi: m'interessa il riflesso, l’altro.
Quell’impercettibile attesa esplosiva che è nell’aria, di tutti e per tutti: solo questo m’interessa.
Andrà cercata nei silenzi e nelle risate nervose, così come nel colpo improvviso di un clacson e in quello morbido di un remo sull’acqua. Nella miracolosa preghiera a San Gennaro, e in quella a San Diego. Nel vivere quotidiano che da domani non sarà più lo stesso.
Eppure, domani sarà tutto identico. Ogni notte sarà uguale a quelle precedenti e a quelle future, ma non saranno più le stesse. La città non sarà cambiata, ma sarà diversa.
È un cambiamento invisibile, che avviene stanotte. E io la voglio raccontare, questa notte.
Paolo Geremei