FILMACCI - Parlare male del cinema italiano
Il caso più noto (se non il primo) è sicuramente il libro "Il più brutto del mondo" di Paolo Bertetto, anno 1982. Da allora, e forse anche prima, parlare male del cinema italiano è considerato divertente, inevitabile, giusto. Spesso a prescindere dalla visione, considerata da alcuni non indispensabile.
Il portale
Cinemaitaliano.info si occupa del cinema italiano dal 2000 a oggi, sono oltre trentamila le schede nel nostro database e siamo ben consapevoli che non tutte siano capolavori imprescindibili, che i film da non perdere sono una minoranza e che molto spesso (anche con la complicità colpevole di finanziamenti pubblici mal gestiti) arrivano al pubblico titoli trascurabili, mal riusciti, dimenticabili.
Ma detto sinceramente (e in modo molto soggettivo, come è inevitabile "accogliere" una proposta editoriale simile) l'idea di concentrare un intero libro sui "
Filmacci. 100 film italiani da evitare dal 2000 a oggi" ci sfugge. Pubblicati dalla casa editrice Bibliotheka,
Filippo Morelli e Cesare Paris si sfogano prendendo in giro, in alcuni casi bonariamente in altri meno, alcuni film dell'ultimo ventennio abbondante del nostro cinema.
Perché farlo? Per "proteggere" un potenziale pubblico dal vederli o per stimolare a cercarli gli amanti del trash? Per sbugiardare la critica ufficiale o banalmente per divertirsi con una sorta di adolescenziale rifiuto? O come semplice divertimento? La risposta ovviamente ce l'hanno solo gli autori, e non è detto che sia una sola: l'obiettivo di questo articolo non è quello di proporre un "bando" alla lettura, anche se l'istinto che anima questo sito è esattamente l'opposto. Non difendere l'indifendibile, ma valorizzare i tanti bei film italiani che faticano a farsi conoscere, cercare di capire lavori meno riusciti e farli apprezzare comunque, anche nei loro difetti, in modo costruttivo. Qui di costruttivo si vede poco, sinceramente.
Finita questa lunga introduzione-sfogo, qualche dettaglio sul libro: ci sono cinque film di Dario Argento, quattro dei fratelli Vanzina. Autori spesso "spernacchiati" in quanto tali ("Non ho sonno" di Argento, ad esempio, è un lavoro di tutto rispetto), a cui si affiancano casi limite e fin troppo prevedibili (gli inevitabili "Troppo belli" o "Alex l'ariete"), una serie di minuscole produzioni che sembrano bersagli troppo facili, i più criticati nella quotidianità (Moccia, i fratelli Muccino, Veltroni, Siani, Pieraccioni e simili) e alcuni, pochi, nomi che provano a scuotere chi legge. Esempi? In primis "Il giovane favoloso" di Mario Martone, che non è divertente ed è troppo impegnato. O autori altrove apprezzati, come Marco Tullio Giordana (per "Yara"), Gianni Zanasi (per "War - La guerra desiderata") o Roberta Torre ("Mare nero").
E quindi? E' un libro da comprare? Da leggere? Da evitare? Ogni risposta è valida, ovviamente, secondo la vostra sensibilità.
04/01/2024, 18:04
Carlo Griseri