Note di regia di "Dieci Minuti"
L'esigenza di raccontare personaggi femminili, esplorandone forza e fragilità, è la chiave che accomuna tutti i miei ultimi lavori. Sono passata da film come “Viaggio sola” a “Io e lei”, fino ad arrivare alla serie “Petra”, coltivando il desiderio costante di mettere in scena donne che avrei voluto vedere prendere vita sullo schermo. Dopo aver letto il romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale ho incontrato Francesca Archibugi, con cui ho iniziato a parlare di quanto questo libro contiene un'idea potente, che ci sarebbe piaciuto trasformare la sceneggiatura. Credo che l’abbandono sia la crisi centrale di ogni esistenza. Per questa ragione, abbiamo deciso di raccontare questa crisi mentre prende vita all'interno di una giovane donna. Crisi che si rivelerà rivoluzionaria e, al tempo stesso, capace di infrangere le incrostazioni egotiche del protagonista. Il racconto è certamente introspettivo, ma non costretto fra le quattro mura di una seduta di analisi, bensì scandito da una sequenza di prova e una serie di incontri che costringono la nostra protagonista a confrontarsi col mondo esterno. A tal proposito, vorrei esplorarne una simile condizione prendendo spunto da certe commedie indie americane, che entrano nell'intimità dei personaggi e ne indagano i grovigli interiori. Tutto questo intendo farlo con leggerezza ma anche - laddove occorre - con la necessaria forza drammatica. Quando incontriamo Bianca, la nostra protagonista, questa si trova in un momento di profondo smarrimento, devastata dalla rottura del suo matrimonio, dalla perdita del lavoro, con un incidente stradale alle spalle a cui fa subito seguito un tentato suicidio. Il suo percorso assieme alla dottoressa Brabanti, una psichiatra molto particolare, e assieme a Jasmine, una sorella che non sapeva di avere, si trasformerà in possibilità di rinascita, attraverso una serie di prove che sfidano tutte le sue paure e le conseguenti resistenze psicologiche. Immagino un film che sia al contemporaneo brillante e profondo, che appaia come un'avventura di vita che scorre seguendo in modo del tutto naturale l’andamento altalenante delle crisi e delle successive conquiste. La fotografia, la musica, il montaggio, contribuiranno apparentemente a questa idea di cinema naturale, privo di artifici, ma anche elegante e curato nel seguire la linea registica che ha caratterizzato i miei precedenti lavori.
Maria Sole Tognazzi