Note di regia di "Margherita delle Stelle"
È stato con grande onore che ho accettato la proposta fattami da Rai Fiction di tornare al racconto televisivo dopo più di dieci anni dedicati ad opere cinema tog rafiche destinate alle sale. Ho acconsentito con gioia proprio per ché fortemente interessato al racconto così poco ortodosso, così poco lineare, così poco scontato, di una donna che ha segnato il Novecento, italiano e non solo. Una donna libera, estrov ers a, simpatica, forte, indipendente, volenterosa, operativa e – oltr e a tutte queste caratteristiche – con l’acume e la profondità di una cultura e di una genialità scientifica assoluta, infatti apprezzata nel mondo. La sua vita ha viaggiato parallela al cam mino della stessa tormentata vita della Repubblica italiana: M argh erita Hack ha attraversato ‘atleticamente’ il ventennio, ha sopravvissuto solamente con ‘amore’ alla guerra e solo dopo fatica e tenacia da femminista ante litteram sono arrivate le conqu ist e accademiche che strettamente la riguardavano, all’alba del t erzo mil lennio. Io, Cristiana Capotondi e tutti coloro che si sono messi artisticamente o tecnicamente all’opera su questo film (ringrazio la Minerva Pictures per la quasi totale libertà d’a zio ne concessami) abbiamo ovviamente cercato di dare tutto il pos sibi le affinché la meravigliosa epopea della professoressa Hack potesse emozionare nonché insegnare qualcosa al pubblico televisivo. Di sicuro da parte mia ho imparato ad amarla: proprio gra zie a lei ho avuto una buona scusa per poter approfondire le prim e ba si d ell’astrofisica e quindi ad innamorarmi delle stelle, fra le quali senz’altro brilla oggi anche quella di Margherita.
Giulio Base