BIF&ST 15 - Another End – Un’altra possibilità al di là della morte
Un non luogo, un tempo non precisato, una società in cui si ha una seconda possibilità anche di fronte alla morte. Come Sal (Bernal), ossessionato dalla tragica scomparsa della moglie Zoe, l’amore della sua vita. Sua sorella Ebe (Bejo), che guarda al fratello con crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad “
Another End”, una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra donna, un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente riconosce la moglie. Tutto sembra tornato come prima, ma presto dovrà dire addio per sempre a Zoe.
Con “Another End” il regista siciliano Piero Messina torna a parlare dopo “L’attesa” (2015), la sua opera prima, di perdita, di separazione, e lo fa questa volta raccontando una storia fantascientifica in cui i protagonisti realizzano forse il desiderio più grande di tutti noi, riabbracciare una persona amata scomparsa, avere il tempo necessario per dirle addio, per guardala ancora negli occhi. Occhi di estranei, definiti nel film “locatori” che si prestano ad accogliere nel loro corpo l’anima e i ricordi di chi non c’è più, gli “assenti”. Un corpo e degli occhi sconosciuti che diventano presto per Sal familiari alimentando un sentimento che proprio nella separazione diventa più forte, più presente. Messina dirige una “distopia dell’anima” ambientandola in una società ultratecnologica che dà anche la possibilità di “spiare” i ricordi di chi si è amato e non c’è più, che racconta dell’atavica impossibilità di rassegnarsi a un dolore atroce come la morte di un partner, di un genitore, di un figlio.
Una storia fatta di sguardi, di lunghi silenzi, di suggestioni che accompagnano lo spettatore nelle sensazioni, nel dolore di Sal, nella sua inebriante gioia di riacquisire anche se per poco tempo la vita che aveva con Zoe e che gli era stata strappata via all’improvviso. Un film fatto di immagini delicate, poetiche, accompagnate dalle bellissime musiche di Bruno Falanga, come la scena in cui Sal si accosta dolcemente dietro una ragazza per annusare l’odore dei suoi capelli mossi dal vento per provare un fremito, lui ormai privo di slanci e di gioia, soffocato dal lutto: “Vorrei toglierla da qui e buttarla via”, dice a Ebe in riferimento al ricordo fisso nella sua mente della moglie.
Scritto dallo stesso Messina insieme a Giacomo Bendotti, Valentina Gaddi e Sebastiano Melloni, “Another End” è un film spiazzante, commovente, che riprende temi già trattati al cinema, si pensi a “Strange Days” di Kathryn Bigelow o a “Her” di Spike Jonze, solo per fare qualche esempio, ma che si rivela un’opera ispirata, di rara bellezza, diretta con una maestria e una consapevolezza rare nei giovani autori italiani, interpretata da tre attori in stato di grazia: Gael García Bernal (“La mala educación”, “I diari della motocicletta”), Renate Reinsve (“La persona peggiore del mondo”) e Bérénice Bejo (“The Artist”, “Il colibrì”), magnetici in ogni sguardo.
21/03/2024, 08:51
Caterina Sabato