ENNIO DORIS - C'È ANCHE DOMANI - Una banca costruita sulle persone
L’uomo d’oro della finanza italiana, il ‘banchiere gentile’ che costruì la banca intorno alla persona e che fu capace, dopo il crollo di Lehman Brothers nel 2008, di restituire di tasca propria 120 milioni di euro in controvalori agli 11.000 risparmiatori rimasti coinvolti nel crollo finanziario. La vita di
Ennio Doris (sullo schermo
Massimo Ghini) è raccontata nel film di
Giacomo Campiotti in sala come evento speciale per tre giorni (15-16-17 aprile), distribuito da Medusa in oltre 150 copie e tratto dal romanzo autobiografico
C’è Anche Domani edito da Sperling & Kupfer nel 2014.
Tre archi temporali (quello del bambino con una straordinaria capacità d’osservazione, il migliore per resa cinematografica, quello del giovane uomo innamorato e con u sogno nel cuore e quello del banchiere entrato nell’immaginario di tutti), l’infanzia povera e felice a Tombolo, nel padovano, la nefrite da curare e il sogno infranto di percorrere le orme paterne (Mai mettere la nostra felicità nelle mani degli altri dice
Maurizio Donadoni nei panni di un mediatore agricolo), gli studi in ragioneria e l’assunzione al Banco Popolare Veneto, la passione per i numeri e l’incontro con una bellissima 15enne che diventerà sua moglie (
Lucrezia Lante Della Rovere). Fino all’incontro con Silvio Berlusconi (
Alessandro Bertolucci) e alla fondazione di Banca Mediolanum coi piani d’investimento personalizzati. Coi valori familiari, l’onestà, la trasparenza e la centralità della persona come lezione di vita da trasmettere alle generazioni future in 120’ che insegnano a credere in ciò che si dice e a non tradire i propri ideali. Con andamento da fiction televisiva, aria da favola italiana, retorica a chili e poche sorprese.
“
Conoscevo poco il personaggio e avevo qualche pregiudizio” - confessa
Giacomo Campiotti - “
poi ho letto il libro e dopo aver incontrato la famiglia di Doris ho deciso che sarebbe stato giusto raccontare questa storia straordinaria”. “
Quella di un grande sogno realizzato” - continua il regista - “
e di un’idea etica di cui oggi si sente maggiormente il bisogno. Oltre l’imprenditore mi interessava raccontare l’uomo e il marito in una bellissima storia d’amore”. E mentre i due figli di Doris, Massimo e Sara, raccontano di un padre che “voleva avere successo perché voleva rendersi utile alla gente” e che “ha saputo trasmetterci coi fatti la sua grande coerenza”
Massimo Ghini, specializzato in biografie da prima serata racconta di quella che è stata “un'altra sfida attoriale”. “
Ho recitato con le lenti azzurre negli occhi e ho impersonificato un uomo di finanza, io che non so fare nemmeno un assegno bancario e sono negato in matematica. Non volevo fare quello che a Roma si dice ‘un busto al Pincio’ ma ho puntato tutto sulla sua umanità e sulla forza di una storia straordinaria ma autentica e non inventata”.
Per
Lucrezia Lante Della Rovere infine “
questo è un film sulla memoria di una certa Italia che purtroppo non esiste più. Oggi vanno di moda il cinismo e l’individualismo ma la famiglia Doris ci insegna che l’unione fa la forza e anche se Lina, il mio personaggio, può apparire un po’ anacronistico in realtà è stata una donna che ha contribuito in modo determinante alle fortune del marito”.
10/04/2024, 07:05
Claudio Fontanini