Note di regia di "Come il Sale nell'Acqua"
Eppure mi ero promesso di essere intransigente. "20 minuti. Non un secondo di più. Faremo un cortometraggio." così gli avevo detto. Poi incrociai lo sguardo di quei ragazzi che mi fissavano, mentre tenevo tra le mani quell'ottantina di pagine di sceneggiatura che avevamo revisionato già parecchie volte, cercando di tagliare quanto più possibile. C'era qualcosa in quei fogli, un sincero appello per un mondo diverso, più pulito e onesto, lontano dal cupo grigiore di quelle stesse scene che loro avevano scritto per i lunghi titoli di testa, nelle quali i personaggi vengono mostrati privi d'identità , come sterili automi di una burocrazia che non riesce a pensare. Ma soprattutto c'era qualcosa in quegli sguardi; un'aria di sfida, la volontà e il desiderio ardente di trasformare quella storia, di certo semplice, ma anche profondamente sentita, in un lungometraggio da vedere in una sala cinematografica. Le parole mi uscirono di bocca senza che me ne accorgessi: "Ok. Facciamolo!" E giù tutti a urlare festeggiando e saltando di gioia, con quella spregiudicatezza tipicamente giovanile di chi non ha idea di quale impresa lo attende, di quanti sacrifici dovrà affrontare; e fu allora che mi resi conto che di tutto questo ero felice, perché in quegli sguardi avevo rivisto il me stesso di molti anni prima. Questo film è stato interamente realizzato dagli studenti di un Liceo scientifico, il “Galileo Galilei” di Catania, che hanno frequentato il Laboratorio di Cinematografia Sperimentale della durata di sei mesi, organizzato dalla casa di produzione indipendente Tokfilms Group, che nel 2022 ho fondato insieme a mia figlia Beatrice. Nessun altro esperto, nessun tecnico professionista, nessun finanziamento pubblico. Dal Soggetto alla Sceneggiatura, dalla gestione del Set all'Editing, tutte le fasi sono state curate unicamente dagli studenti, tra i sedici e i diciassette anni, che hanno potuto così conoscere e sperimentare, attraverso una vera e propria simulazione d'impresa, tutte le attività correlate alla produzione di contenuti cinematografici, creando infine una loro casa di produzione: la Galilei Creative Group. Ma più di ogni altra cosa, questi ragazzi hanno raccontato una loro storia, sudando e faticando appresso a un faro Bowens che non ne voleva sentire di accendersi; ripetendo dieci volte una panoramica perché il jib Crane non era contrappesato a dovere; piangendo al diciassettesimo ciak per colpa di una battuta che non riuscivano a tirare fuori. E ce ne sarebbero tanti altri di aneddoti da raccontare; uno fra tutti non lo dimenticherò mai: il loro sorriso, tutti schierati davanti al pubblico che applaudiva alla fine dell'anteprima nazionale, in quel cinema che avevano tanto desiderato e che adesso era diventato il luogo dove i loro sogni erano diventati realtà. Un'esperienza didattica unica nel suo genere, ma soprattutto una grande esperienza di vita per me, ragion per la quale non smetterò mai di ringraziare questi splendidi ragazzi.
Fabio Manfre'