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CINEMAMBIENTE 27 - Il programma di venerdì 7


CINEMAMBIENTE 27 - Il programma di venerdì 7
Le proiezioni al Festival Cinemambiente si avviano nel pomeriggio, con la sezione non competitiva Made in Italy che propone diversi titoli. Il primo è Food for Profit (Cinema Massimo – Sala Cabiria, ore 16:00), di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi, il coraggioso film campione di incassi che ha mostrato al grande pubblico gli orrori e le ricadute ambientali e sociali dell’industria della carne in Europa. Sempre nel pomeriggio, la sezione presenta in successione (Cinema Massimo – Sala Soldati, dalle ore 17:00) una serie di film dedicati ai progetti in favore dell’ambiente che si moltiplicano sul territorio nazionale. Il cortometraggio Ascoltando la corrente è stato realizzato da un gruppo di giovani della Città Metropolitana di Torino nell’ambito del progetto “CIAK! Sì, parteciPO”, ideato da Elena Comino e Laura Dominici del Politecnico di Torino con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.
Il film è il risultato di quattro mesi di laboratori e di incontri nei quali i giovani si sono interrogati sull’importanza del Po e della tutela dell’ecosistema fluviale in ambito urbano. Cambiamenti in quota, di Alessandro Beltrame, racconta i tre progetti attivi dal Nord al Sud Italia con cui il CAI - Club Alpino Italiano – in collaborazione con enti, aziende sanitarie, associazioni – promuove la montagnaterapia, ovvero la frequentazione della montagna a scopo riabilitativo-terapeutico, per affrontare disagi mentali, dipendenze, disabilità fisiche e cognitive e malattie specifiche. Energie in movimento. Gagliano Aterno, paese futuro, di Beatrice Corti, nasce dalla collaborazione e dal contributo di Fondazione Cariplo e l’associazione Chiamale Storie, con il supporto e il coordinamento scientifico di Filippo Barbera, sociologo dell’economia, e l’associazione MIM - Montagne In Movimento. Protagonista del cortometraggio è Gagliano Aterno, un comune italiano con 250 abitanti, situato nella provincia dell'Aquila, in Abruzzo, e appartenente alla comunità montana Sirentina. Il paese è stato uno dei pionieri nell'avviare un processo di costruzione di una Comunità Energetica, che si è rivelata in grado di invertire la tendenza locale allo spopolamento e al declino economico.

L’invasione della plastica nei mari, che sta creando nuovi ecosistemi, è al centro del film SeaPaCS - Participatory Citizen Science against Marine Pollution, di Federico Fornaro e Giuseppe Lupinacci. Il cortometraggio racconta le difficoltà, le scoperte e i risultati del progetto europeo SeaPaCS, realizzato ad Anzio, che ha coinvolto cooperative di pescatori, migranti, studenti, associazioni, sub, artisti, imprenditori e amministrazione locale in un processo partecipativo della cittadinanza guidato da scienziati sociali e della natura. Un esempio positivo di tutela degli ecosistemi marini arriva, poi, da The Good Story, di Francesco Cabras e Alberto Molinari, che presenta gli straordinari risultati ottenuti a Fossa di Pomo, una delle aree più sovrasfruttate del Mediterraneo, attraverso l’istituzione della prima Fisheries Restricted Area (FRA) dell’Adriatico, in grado, in pochi anni, di restituire un futuro a specie ittiche sull’orlo del collasso.
Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i ragazzi partecipanti al progetto CIAK! Sì, parteciPO, registi di Ascoltando la corrente, con i responsabili del CAI –Club Alpino Italiano dei progetti di montagnaterapia per Cambiamenti in quota, con Beatrice Corti, regista di Energie in movimento. Gagliano Aterno, paese futuro, con i ricercatori del progetto SeaPaCS per SeaPaCS - ParticipatoryCitizen Science against Marine Pollution, con Alberto Molinari, regista di The Good Story.

Ancora nel pomeriggio, vengono presentati altri quattro titoli della sezione Concorso cortometraggi (Cinema Massimo – Sala Cabiria, ore 17:30). The Closing of a Refinery, di Vasco Monteiro, sperimenta il connubio tra temi ambientali e IA. Incapace di capire perché, a fronte della crisi climatica, la chiusura della più grande raffineria del Nord del Portogallo non sia stata accolta favorevolmente dalla popolazione, il regista chiede lumi a ChatGPT: il risultato è una spiazzante e ironica riflessione sulla sostenibilità, la transizione ecologica e il destino dell’umanità. Refugia, Where Life Will Persist è il più recente lavoro della regista franco-statunitense Anne de Carbuccia, ospite al Festival lo scorso anno con il suo lungometraggio d’esordio.
Opera di docufiction, il suo nuovo cortometraggio è girato in Giappone, nella mistica e leggendaria isola di Yakushima, dove le foreste millenarie, le cascate impetuose, la flora e la fauna uniche infondono il senso di rassicurazione di un rifugio ancestrale e dove la regista incontra le persone che curano e proteggono questo santuario della natura e le sue preziose forme di vita. 3MWh, di Marie-Magdalena Kochová, è una riflessione esistenziale sulla decrescita e sul nostro posto nel mondo, in cui il protagonista, lavoratore di una centrale nucleare ossessionato dai numeri, dopo aver fissato il limite massimo di consumo di energia necessario ogni giorno alla vita di un uomo, adesso deve decidere che cosa fare del suo surplus accumulato. Frontier Town, di Tom e Theo Tennant, è girato a Fairbourne, quieta località balneare del Galles, costruita appena sopra al livello del mare – in continuo innalzamento per la crisi climatica – e protetta da un sistema anti-inondazioni vetusto, che il governo locale non intende manutenere oltre il 2054. La cittadina è quindi condannata ufficialmente allo smantellamento. Il film dà voce alle angosce e ai timori degli abitanti, che, sospesi nell’incertezza del futuro, sono destinati a essere i primi rifugiati climatici del Regno Unito. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con Anne de Carbuccia regista di Refugia, Where Life Will Persit.

In prima serata l’Aula del Tempio della Mole Antonelliana farà da affascinante cornice al viaggio altrettanto affascinante con cui il film Fungi: Web of Life (ore 19:30), diretto da Joseph Nizeti e Gisela Kufmann, ci porta in un regno a parte, in larga misura ancora tutto da scoprire. Né vegetali, né animali, i funghi, connessi in una vasta rete nascosta che ha modellato la vita sulla Terra, hanno attirato in tempi recenti la crescente attenzione di studiosi e ricercatori per le loro potenzialità nel risolvere alcuni dei più urgenti problemi della nostra epoca. Accompagnato dall’avvincente voce narrante di Björk, il film si addentra, dalle foreste pluviali della Tasmania alle
pianure dello Yunnan, tra le incredibili varietà e proprietà di questi organismi, al seguito di un esperto d’eccezione, il biologo Merlin Sheldrake, autore del bestseller internazionale L'ordine nascosto. In simbiosi con immagini al microscopio in grado di cogliere dettagli mai visti e stupefacenti riprese time lapse, il suo racconto ci svela i segreti di una delle più antiche forme di vita del Pianeta e i tanti modi in cui oggi i funghi possono aiutarci: nutrendoci, curandoci e persino ‒ attraverso la digestione della plastica ‒ riparando i danni del nostro disastro ambientale.
La proiezione sarà seguita da un ecotalk, organizzato nell’ambito del "Fascination of Plants Day" (FoPD 2024), la serie di iniziative, in prosecuzione fino a novembre, dirette ad avvicinare il grande pubblico all’affascinante mondo delle scienze vegetali, coordinate dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) dell’Università degli Studi di Torino e dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP) del CNR. All’incontro, dedicato ad approfondire il ruolo dei funghi e le loro interazioni con le piante, interverranno Mariangela Girlanda, esperta ecologa vegetale e micologa dell’Università di Torino, e Vincenzo Guarnieri, biochimico e divulgatore scientifico.
Sempre in serata vengono presentati in successione due titoli del Concorso lungometraggi. Los últimos (Cinema Massimo – Sala Cabiria, ore 19:30), di Sebastián Peña Escobar, è un film “on the road” con un’originale coppia protagonista: il caustico entomologo tedesco Ulf Drechsel e l'arguto ornitologo paraguaiano Jota Escobar. Scortati dal regista, i due intraprendono un viaggio in auto nella zona paraguaiana del Gran Chaco, la più grande regione verde americana dopo la foresta amazzonica, il cui ecosistema è minacciato dall’incessante deforestazione e dai continui incendi dolosi appiccati dagli allevatori di bestiame. Dallo scorrere del paesaggio scaturisce un dialogo con i due esperti in cui le osservazioni naturalistiche si mescolano con quelle antropologiche e filosofiche sulla natura del comportamento umano, la realtà del cambiamento climatico e il futuro della nostra specie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Rhino Man (Cinema Massimo – Sala Cabiria, ore 21:30), di John Jurko II, Matt Lindenberg e Daniel Roberts, storia vera di eroi moderni, è dedicato a quegli uomini coraggiosi impegnati ogni giorno in Sudafrica, a rischio della vita, contro la caccia di frodo che rischia di portare all’estinzione i rinoceronti. Protagonista del film è Anton Mzimba, capo ranger della Riserva di Timbavati ucciso nel 2022 dai bracconieri. Anche per il cordoglio espresso pubblicamente dal principe William, la sua morte ha riacceso l’attenzione internazionale sul commercio illegale dei corni di rinoceronte, valutati al mercato nero più della cocaina, e su coloro che, oggi,
sacrificano la propria vita per salvare una specie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

Anche per la sezione Made in Italy vengono presentati in serata due film in successione. Il primo è ArmandoCeste2024 (Cinema Massimo – Sala Soldati, ore 19:30), diretto da Alberto Ruffino. Concepito come un trittico in split screen, il documentario ripropone i materiali girati e montati tra il 1996 e il 2008 da Armando Ceste ed è, insieme, un omaggio al regista torinese e un’occasione per riflettere sul modo in cui scelte politiche e cambiamenti socio-culturali – come la confisca dei beni e dei terreni alla mafia, la crisi della FIAT, le lotte e le proteste dal basso – siano in grado di modificare e trasformare il territorio. La proiezione, organizzata in
collaborazione con Archivissima - Il Festival e La Notte degli Archivi, sarà seguita da un incontro con il regista.
Il secondo titolo è Il ricercatore. Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 (Cinema Massimo – Sala Soldati, ore 21:00), con cui il regista Paolo Casalis porta sullo schermo la storia vera di Gianluca Grimalda, ricercatore universitario in Germania, primo lavoratore al mondo licenziato per essersi rifiutato di prendere l’aereo per motivi ambientali. Presentato in anteprima al Festival, il film, girato dallo stesso protagonista sotto la guida a distanza del regista, racconta l’avventura di Grimalda in Papua Nuova Guinea, luogo della sua ricerca, raggiunto in 40 giorni di viaggio via terra, fino all’epilogo che ha fatto scalpore sui media di tutto il mondo:
l’intimazione del suo istituto di tornare entro cinque giorni (cioè, implicitamente, di prendere un aereo) e il conseguente rifiuto, atto di disobbedienza civile in nome dell’ambiente che è costato al ricercatore il posto e la carriera. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e il protagonista.

GLI INCONTRI. Tre gli appuntamenti della giornata dedicati agli approfondimenti. Organizzata in collaborazione con il Premio Fasolo, la tavola rotonda dal titolo Parole e immagini: percorsi di divulgazione scientifica (ore 10:00, Il Circolo dei lettori) esplora i modi, i tempi e gli strumenti con cui chi fa ricerca risponde all’esigenza, sempre più diffusa in questi anni pervasi dalla comunicazione multimediale, di raccontarsi e rendere pubblico il proprio lavoro. L’incontro lascerà la parola ai protagonisti, dando spazio alle storie di ricercatori che si sono avvicinati alla comunicazione della scienza e ai diversi canali che possono veicolarla: il filmato, il libro, il podcast. Al dibattito interverranno Francesca Turco, chimica e ideatrice del podcast “Molecole in Scatola”, Stefano Fenoglio, zoologo e autore del libro “Uomini e fiumi: storia di un’amicizia finita male”, Veronica Orazi, docente di Letteratura spagnola e vice-coordinatrice del dottorato “Digital Humanities”, Livio Favaro, etologo e ideatore del progetto di crowdfunding “Salviamo il pinguino africano”, Alessandro Perissinotto, docente di storytelling e scrittore, Luca Pezzini, esperto di storytelling in ambito ambientale, Enrico Cerasuolo, regista e sceneggiatore. Introduce e modera il dibattito Giulia Alice Fornaro, redattrice di FRidA. Nel corso dell’incontro saranno presentati i video vincitori del premio “Aldo Fasolo” per la divulgazione scientifica in neuroscienze, promosso dal Dottorato in Neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino in collaborazione con l’Associazione InToBrain, e dedicato a giovani ricercatori e ricercatrici in ambito nazionale.
Il secondo appuntamento è con l’ecotalk Biodiversità e conservazione del wildlife (Cinema Massimo – Sala Soldati, ore 15:30), dedicato alla conservazione della flora e della fauna selvatica in Africa raccontata da chi opera direttamente sul campo. L’incontro è, infatti, frutto della collaborazione con il Global Conservation Corps (GCC), organizzazione no-profit nata nel 2014 con l’obiettivo di preservare la fauna selvatica attraverso l’educazione, lo sviluppo e la formazione di professionisti nell’ambito della conservazione, e con Nzatu Food Group, impact company nata in Zambia, che promuove modelli di agricoltura rigenerativa in grado di produrre cibo sostenibile preservando habitat e risorse naturali. Nel corso dell’incontro verranno esaminati i riflessi concreti dell’attività dei due enti; in particolare, del programma formativo Future Rangers, promosso da GCC nella Riserva di Timbavati, adiacente al Parco nazionale Kruger e diretto soprattutto a contrastare il bracconaggio, che offre agli abitanti strumenti di conoscenza e preservazione dell’habitat circostante e opportunità di lavoro, e dell’attività di Nzatu Food Group come promotore di progetti di conservazione del wildlife, di economia sostenibile, che coinvolgono migliaia di comunità locali, e di agroforestazione diretta a mitigare i cambiamenti climatici.
Intervengono Davide Bomben, esperto d’Africa e wildlife e trainer di teams di rangers, Andrea Chiesi, conservazionista e presidente di Nzatu Food Group, Marco Gualtieri, fondatore e presidente di Seeds&Chips, John urko, direttore creativo GCC e regista del film Rhino Man, Michele Sofisti, CEO GCC e co-fondatore di Nzatu Food Group; modera Giacomo Talignani, giornalista. Nel secondo pomeriggio, l’appuntamento è con il panel dal titolo Città dove vivere meglio (Il Circolo dei lettori, ore 17:30), dedicato a possibili, nuovi centri abitati non difficili da immaginare – più verdi, più accoglienti, più vivibili, più sani – ma difficili da realizzare senza interventi strutturali e coraggiosi in grado di incidere in maniera sistematica sugli assetti urbani consolidati negli ultimi 70 anni e fortemente basati sulla centralità dell'auto. Alla luce degli esempi di transizione ecologica urbana rintracciabili in molte città che in Europa e nel mondo hanno avviato un processo di ripensamento della propria struttura urbanistica, si confronteranno sul tema, attuale e molto dibattuto, Luca Caneparo, docente di Tecnologia dell'architettura al Politecnico di Torino, Elisa Campra, architetta del paesaggio, Andrea Burzacchini, esperto di mobilità sostenibile, Davide Mazzocco, giornalista e scrittore, e Roberto Mezzalama, esperto ambientale. Modera Silvana Dalmazzone, docente di Economia dell'ambiente ed Economia del cambiamento climatico all’Università di Torino.

06/06/2024, 10:29