VENEZIA 81 - "Nonostante" tutto, l'amore ci salverà
Nel giardino di una clinica un giovane in impermeabile giallo, una donna di nero vestita, e un uomo in abito scuro, osservano silenziosi una bara uscire da una camera ardente. Sembra una visita di lutto. E tutto lo lascerebbe pensare. Se solo quei tre fossero in carne ed ossa.
E’ una storia di anime in bilico, di spiriti bloccati in una dimensione a cavallo tra la vita e la morte, quella che
Valerio Mastandrea sceglie di raccontare in “
Nonostante”, suo secondo film da regista, che apre il
concorso “Orizzonti” della
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Dopo aver affrontato in “
Ride” il tema della morte dal punto di vista di chi resta, questa volta il regista e protagonista del film lo osserva attraverso gli occhi di chi è costretto a guardare il proprio corpo spento, fermo su un letto di ospedale, in un coma che può sfociare in luce o buio eterno.
Una storia di presenze, di fantasmi, ma non quelli che siamo abituati a immaginare, che fanno paura. Questi fantasmi, scritti insieme al co-sceneggiatore Enrico Audenino, piuttosto la paura arrivano a provarla. Ed è la paura di provare emozioni forti, per poi dimenticarle per sempre.
Con il tono introspettivo e agrodolce che ne ha segnato un’intera carriera attoriale, con quell’ironia capace di segnarti nel profondo pur parlando di temi dolorosi (e qui il pensiero non può non andare alle passate collaborazioni con il genio di Mattia Torre), e con un tocco di insano ‘realismo visionario’, Mastandrea racconta l’Amore nell’aldilà.
Nella dimensione in cui ogni giorno “non si sta meglio, si sta”, l’ultima cosa che sembra possibile è innamorarsi, perché certe regole non si devono infrangere. Così, per gli abitanti di questo ‘sotto-sopra’ il tornare alla vita è vissuto come un lutto, e non perché venga meno un compagno di attese, ma perché la memoria di ciò che si è vissuto in quel non-luogo è destinata a sparire per sempre.
A loro non resta dunque che scegliere se accettare il destino di moderni Godot, ancorati ad una non-vita di attesa, o rompere quelle regole e diventare dei “
Nonostante”, trovando così il coraggio di rispondere ad un’esistenza fragile con un gesto rivoluzionario, testardo, magari d’amore.
E allora quelle anime non possono che essere lette come la metafora di tanti di noi, abitanti di un mondo che la Memoria la sta perdendo giorno dopo giorno, e apparentemente vivi, ma paralizzati dalla paura di viverla fino in fondo questa vita.
“
Nonostante”, emoziona, commuove, diverte, grazie ad un bel lavoro di squadra in cui spiccano Lino Musella, Laura Morante, Giorgio Montanini e la scoperta Dolores Fonzi, e grazie soprattutto al lavoro di un artista che firma un’opera che gli assomiglia tremendamente, e quindi sincera, profonda, vera.
28/08/2024, 16:58
Antonio Capellupo