VENEZIA 81 - "La Scommessa", interviste a Dota, Musella e Buccirosso
Alle Giornate degli Autori è stato presentato anche il film "
La Scommessa" di Giovanni Dota, interpretato da Lino Musella e Carlo Buccirosso: i tre al Lido hanno presentato il film alla stampa.
Dota, come ha costruito la storia e i personaggi?
GD: Non li ho mai visti come degli infermieri, ma sempre come esseri umani in grande difficoltà. C'è un po' anche lo sguardo con cui la mia generazione guarda quella precedente... Loro due sono vicini alla morte tutti i giorni, con le loro azioni creano una valanga che li trasformerà per sempre: per noi, peggio fanno e meglio era per la sceneggiatura.
Come avete lavorato sul set, anche in relazione all'ospedale come luogo unico delle riprese?
GD: Da quando ho scritto il film, ho pensato che ci dovessero essere molte cose già ordinate prima, e altre che andavano trovate giorno dopo giorno sul set. Il privilegio è stato avere due attori di questo livello.
L'ospedale come luogo unico di ripresa è stato decisivo: abbiamo potuto provare parecchio, anche se avrei preferito poterlo fare di più.
Lino Musella: Dopo una settimana di lavoro iniziavi a intonarti con il luogo, sempre uguale a se stesso. Il tempo era decisivo in questo film, che si svolge tutto in una notte, devi fare tantissimi raccordi e non girando in ordine cronologico la situazione ha aiutato moltissimo.
Carlo Buccirosso: Trovo bello interpretare un mestiere, sempre. L'ospedale è un luogo in cui speri sempre di non dover mai entrare, essere questi personaggi che invece si muovono in mezzo ai malati con disinvoltura non è stato semplice, ha aiutato molto il luogo.
Trovo poi geniale l'idea di aver scelto Ferragosto come ambientazione del film, è il giorno più duro di tutti per lavorare, mentre tutti sono in vacanza.
Noi siamo due cattivoni al massimo livello, raggiungiamo il punto di non ritorno: più ci mettiamo nei guai e più il ritmo del racconto si fa serrato.
E gli attori come hanno lavorato?
GD: Era necessario affidarsi a due bravi attori, lo sapevo da quando scrivevo la sceneggiatura, per far funzionare tutto. Tante battute sono state poi modificate da loro.
Ci piaceva l'idea di "ferire" grazie alla commedia, creando un mondo in cui si cerca quasi di giustificare le cose cattive che loro fanno.
CB: Credo sia stata una scelta giusta prendere noi due come attori, scegliere veri comici avrebbe sviato, era importante non dare mai l'impressione di voler fare ridere su questi temi, facendo venire così fuori anche i drammi dei nostri personaggi.
LM: I tempi erano decisivi per lavorare insieme, conoscevo bene il lavoro di Carlo e ho capito come inserirmi nel suo "tempo" personale. Sul set c'è stata intesa da subito, gli ho anche salvato la vita con un riflesso dopo 3-4 giorni dal primo ciak, salvandolo da un'ambulanza impazzita... Ci vuole generosità nella commedia, a volte alzi per il tuo compagno a volte schiacci, viene naturale.
01/09/2024, 08:46
Carlo Griseri