SAMUELE TENEGGI - "Frank ha anche la mia fragilità"
Da giovedì 3 ottobre, dopo gli applausi alla Mostra del cinema di Venezia, esce il film di Paola Randi "
La Storia del Frank e della Nina", interpretato da un gruppo di attori capitanato dal trio di giovanissimi composto da Ludovica Nasti, Gabriele Monti e
Samuele Teneggi, che interpreta "il Frank".
Samuele, come sei diventato "il Frank", che percorso hai dovuto fare?
Ho iniziato con un self tape, dopo il Covid ormai sono di uso comune: era il marzo 2023, lo mandai a Cristina Proserpio, la casting. Poi ammetto di essermi completamente dimenticato: nel provino recitavo la prima lezione di Frank alla Nina, anche se poi è stata completamente stravolta. In estate, poi, mi hanno richiamato per un incontro dal vivo con Paola: ai tempi ero ancora castano e totalmente nel mio mondo...
Lei è stata acccogliente, curiosa, interessata, mi ha trasmesso entusiasmo umano anche fuori dal provino. Noi sapevamo poco della sceneggiatura, e un mesetto dopo ci è arrivata la conferma, in modo simpatico: ci hanno convocati per un "finto" ultimo provino, e lì è stata lei stessa ad avvisarci tutti e tre.
Che base hai avuto per quel primo approccio al ruolo?
Lo spunto era un primo racconto di Gollum, il personaggio di Gabriele: era la voice over in cui descrive i tre personaggi. Frank veniva definito "involontariamente eccentrico", ma Paola da principio voleva conoscerci bene prima di darne una descrizione definitiva.
Lo dico umilmente: lei sostiene che durante il mio provino si sia accorta che il Frank poteva prendere un colore diverso dal previsto, ha visto in me, nel modo in cui lo interpretavo, una fragilità sincera che non aveva pensato.
Fondamentale nel film è l'alchimia tra te, Ludovica e Gabriele.
Conoscevo per nome, e volto, Ludovica, grazie a "L'amica geniale" ovviamente: quando l'ho vista ho pensato "ah, sei tu!"... Invece Gabriele non lo conoscevo, ha fatto il Centro Sperimentale ma è al suo esordio in questo film.
Con loro è stato bello da subito, ho trovato due sognatori anche nella vita, hanno un'aspirazione sincera, un vero entusiasmo artistico. Ti dico solo questo: al secondo giorno di set per esigenze logistiche io e lui abbiamo dovuto condividere il camerino nel trailer per qualche ora... ci siamo trovati così bene che da lì in poi lo abbiamo chiesto noi di stare insieme!
Qui devi sembrare più giovane della tua vera età, in "Rapito" di Bellocchio invece dovevi apparire molto più grande...
Sono stati due lavori diversi e impegnativi, in comune hanno avuto proprio il volermi trasformare completamente. Per il Frank avevo capelli completamente diversi dai miei, su "Rapito" proprio per l'età anagrafica c'è un forte balzo temporale e dovevo dimostrarne di colpo 35, è servito il baffo, i capelli un po' imbiancati... Tutto questo per me non è un limite, ma un
booster: amo trasformarmi, amo questo aspetto della finzione, poter raccontare una storia inventata in modo così credibile mi diverte molto.
"La Storia del Frank e della Nina" è a colori e in bianco e nero: ha cambiato il vostro modo di recitare?
No, direi di no: sia di questa scelta sul colore sia della presenza di una voice over eravamo consapevoli fin dall'inizio ma non ce ne siamo preoccupati facendo le scene, erano cose che Paola aveva molto ben presenti ma in cui non sentiva la necessità di coinvolgerci. Il film ha anche formati diversi, ne eravamo consapevoli, li trovo coerenti scena per scena. Sapevamo che il colore era la trasposizione dei pensieri di Gollum, il
mood cambiava in base a quello, ma non ha cambiato il nostro modo di lavorare.
Il vostro film sembra perfetto per piacere al pubblico di vostri coetanei: come si può convincerli a venire al cinema?
Da un lato esistono azioni imprescindibili di promozione di cui va tenuto conto: l'uso dei social che hanno fatto lo scorso anno film come "Barbie" e "Oppenheimer" è stato fondamentale per il loro successo, ne hanno giovato, gli utenti rilanciano gratuitamente il messaggio.
Ma il nostro caso non è quello di un blockbuster: ho letto recentemente una frase che recita più o meno "i ragazzi diventano cinefili sulle piattaforme e poi sentono l'esigenza della sala". Spero che un po' questa spinta venga da loro e che ci sia il tempo perché funzioni un po' il passaparola.
Ora esce il film di Paola Randi, ma nel prossimo futuro non sarà il tuo unico impegno.
Se è vero, come per tantissimi colleghi, che in questo momento siamo fermi in attesa che i set si sblocchino, è anche vero che ho un paio di altre cose in uscita a cui tengo molto. Un film, "La Stanza Indaco" di Marta Miniucchi, in cui interpreto Romeo, e poi un corto prodotto da Groenlandia, “L’estate che verrà” di Mauro Lodi: è sempre bello avere qualcosa da aspettare!
02/10/2024, 17:00
Carlo Griseri