IL MONDO DI LUIGI COZZI - Secondo Marco Chiani. Intervista all'autore
Come nasce l'idea di realizzare un libro su Luigi Cozzi?
Marco Chiani: "
Cozzilla. Il mondo di Luigi Cozzi", che ho curato per Profondo rosso, nasce dalla mia passione per il lavoro dello scrittore-regista, non soltanto per i suoi film, penso soltanto a Dedicato a una stella (1976), Contamination (1980) e Hercules (1983), ma per tutto quello rappresenta per il fantastique con la sua passione, il suo entusiasmo e la sua competenza. Per questo motivo, in tre anni di lavoro, ho coinvolto, con interventi, saggi e interviste, moltissimi collaboratori, critici, registi e amici di Cozzi in un volume che vuole essere esaustivo nel raccontare le molte facce della sua avventura professionale.
Qual è il film che ti colpisce di più e quali sono i lavori narrativi che illustrano meglio il pensiero di Cozzi?
Marco Chiani: Per quanto riguarda il cinema, penso che il film che rappresenti di più Cozzi sia proprio Starcrash - Scontri stellari oltre la terza dimensione, la dimensione giocosa, il gusto per gli effetti e quell’aria da cartone animato lo rendono unico, al di là del cast strepitoso. Pensiamo solo a Caroline Munro e al grandissimo Christopher Plummer. In quanto alla pagina scritta, credo che i libri fondamentali per conoscere il suo modo di scrivere, i suoi temi e la varietà della sua ispirazione siano Il cuore misterioso (Profondo Rosso, 2018) e Una manciata di eternità (Profondo Rosso, 2020), che raccolgono tre romanzi brevi e trentadue racconti per altrettanti percorsi in quel fantastico letterario che lo scrittore conosce come pochi altri. Si tratta di storie scritte dal 1963 fino agli anni Novanta, uscite nei vari decenni su giornali e riviste e, anche se stampate più volte, raccolte in volume soltanto negli ultimi anni.
Nelle pubblicazioni precedenti ti sei occupato di Nicolas Roeg, di Val Lewton e di Dario Argento, c'è un filo conduttore che lega la scelta degli autori che hai analizzato nei tuoi studi?
Marco Chiani: Posso dirti che Cozzi è un ammiratore di L’uomo che cadde sulla Terra di Roeg, così come del romanzo di Walter Tevis da cui è tratto, per non dire del suo amore per il cinema di Val Lewton. In quanto ad Argento, com’è noto, il legame con Cozzi è strettissimo. Forse è proprio lui il collaboratore di più lungo corso tra quelli del regista di Suspiria, inoltre proprio Argento mi ha concesso una bellissima intervista per questo libro in cui ripercorre la loro collaborazione all’insegna dell’amicizia.
Oltre ad Argento chi altri hai coinvolto in "Cozzilla. Il mondo di Luigi Cozzi"? Fai qualche nome…
Marco Chiani: La lista dei collaboratori è veramente troppo lunga per essere riportata per intero. I primi che mi vengono in mente sono Dario Argento, Lamberto Bava, il compianto Alfredo Castelli, Marco Giusti, Vince Tempera, Davide Pulici, Manlio Gomarasca, Sebastiano Fusco, Fabio Giovannini, Rudy Salvagnini, Franco Ferrini, Alda Teodorani, Franco G. Giambalvo e altri cinquanta collaboratori…
Dunque come hai inserito i vari contributi nella tua analisi rispetto all’attività di Cozzi?
Marco Chiani: Il lavoro di Cozzi è divisibile in tre aspetti facilmente individuabili - scrittura, cinema e editoria - che hanno continuato a coesistere, nutrendosi l’uno dell’altro da oltre cinquant’anni; con buona pace di chi crede che, da The Black Cat - De Profundis (1989) a Blood on Méliès’ Moon (2016), il nostro sia stato con le mani in mano in fatto di immagini in movimento, la filmografia completa pubblicata alla fine del testo mette nero su bianco documentari realizzati e collaborazioni a progetti cinematografici e televisivi. Proprio le tre macro-aree identificate dividono orizzontalmente il percorso del libro, lasciando libero diritto d’asilo al pezzo eccentrico, fuori schema. Al netto di un diffuso approccio personale, anche gli articoli più analitici si distinguono per un taglio volutamente eterogeneo col fine di restituire una molteplicità di sguardi puntati su una notevole avventura culturale e umana.
I tuoi prossimi progetti?
Marco Chiani: Proprio per non muovermi troppo dalla factory Argento, ricollegandomi alla tua suggestione di prima sul filo rosso che unisce i miei libri, adesso sto lavorando su Lamberto Bava e specificatamente sulla sua produzione televisiva.
15/11/2024, 15:29
Alessandra Alfonsi