NOIR IN FESTIVAL 34 - "Dedalus", il male genera male
Michele, Tiziana, Leo, Antonella, Filippo e Belinda sono i sei content creator selezionati per partecipare a “
Dedalus”, un nuovo social game che promette di ridefinire il mondo del Web 3.0 e rendere ricco e famoso il vincitore. Rinchiusi in un antico palazzo isolato, i concorrenti partecipano a giochi che via via si rivelano sempre più pericolosi. Quello che sembrava un semplice gioco si trasforma lentamente in qualcosa di completamente diverso, e i creator, da concorrenti, si ritrovano ora ad essere sia carnefici che vittime di un'elaborata vendetta.
La realtà social che ha cambiato le nostre vite e le sue spesso estreme conseguenze nella vita “reale” sono il tema di “Dedalus”, un revenge movie diretto da Gianluca Manzetti (“Roma Blues”), e scritto da Vincenzo Alfieri, Nicola Barnaba, Roberto Cipullo, Francesco, Maria Dominedò, che nella forma strizza l’occhio a Squid Game e a L’Enigmista, ma che si rivela una denuncia a quello che siamo diventati, ai personaggi grotteschi e spesso malvagi che “abitano” le piattaforme social: ci sono le ragazze che si espongono senza filtri su Onlyfans, come Belinda (Matilde Gioli), calciatori sul viale del tramonto che si reinventano sui social, come Michele (Luka Zunic), le mamme “pancine”, quelli sport addicted e i fenomeni da baraccone che si divertono a guadagnare follower e soldi puntando sui propri problemi, perché “l’unico modo per realizzare un sogno è condividerlo”. L’espediente del game show è il modo per raccontare in maniera estrema il lato oscuro dietro persone e personaggi che ogni giorno invadono i social, con il loro finto entusiasmo, con la smania di esserci sempre, con l’istinto di giudicare chiunque, e nel peggiore dei casi di seminare odio con leggerezza, fino a giungere a cyber bullismo e revenge porn, e portando spesso alla morte, come la cronaca quotidianamente ci racconta.
Gianluca Manzetti dirige un thriller avvincente e per certi versi angosciante: i protagonisti rinchiusi in un sinistro palazzo, in claustrofobiche stanze, saranno disposti a tutto pur di vincere un enorme cifra e guadagnare la fama assoluta sui social, anche affrontando le proprie paure, i traumi, il dolore fisico, la vergogna, tutto pur di esserci, pur di scavalcare gli altri. Un dedalo fisico e psicologico, dove il “minotauro” che i protagonisti dovranno affrontare alla fine è più spaventoso di quanto si possa immaginare perché ha a che fare con la propria coscienza, con il vero mostro che alberga dentro di noi, con il male che genera male. Una regia incalzante, sulla falsariga del “ritmo social” che ci investe ogni giorno, “scrollando” da un video all’altro, ormai assuefatti ad ogni tipo di contenuto, anche il più riprovevole.
06/12/2024, 18:44
Caterina Sabato